La bronchiolite (bronchiolite neonati) è un’infiammazione dei bronchioli, i più piccoli passaggi di aria dei polmoni. Di solito si verifica nei bambini di meno di due anni di età, con la maggioranza dei casi compresi tra i tre e i sei mesi. Si presenta con tosse, mancanza di respiro e respiro sibilante e può essere causa per alcuni bambini di difficoltà di alimentazione. Questa infiammazione è di solito causata dal virus respiratorio sinciziale (70% dei casi) ed è molto più comune nei mesi invernali. Il trattamento è in genere di supporto con ossigeno, monitoraggio, somministrazione di fluidi e nutrizione, anche per mezzo di un tubo gastrico o per via endovenosa. Non vi sono prove sufficienti per sostenere un trattamento che faccia ricorso a antibiotici, tensioattivi, broncodilatatori, adrenalina nebulizzata o soluzione salina ipertonica.
Raffreddore, tosse e respirazione affannosa, nei bambini molto piccoli possono essere i tratti distintivi della bronchiolite. Si tratta di un’infezione virale che coinvolge la parte finale dei bronchi, i cosiddetti bronchioli terminali, provocandone l’infiammazione e la congestione. Colpisce i bambini di età inferiore a 2 anni con la maggior parte dei casi che si verificano nel primo anno di vita (in alcuni casi si parla di bronchiolite del neonato).
Generalmente esordisce con febbricola e rinite (infiammazione nasale); successivamente possono comparire tosse insistente, che si aggrava gradualmente, e difficoltà respiratoria – più o meno marcata – caratterizzata da un aumento della frequenza respiratoria e da rientramenti intercostali. Il più delle volte si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita. In bambini così piccoli è spesso presente un calo dei livelli di saturimetria (ossigeno nel sangue) e può osservarsi una disidratazione causata dalla difficoltà di alimentazione e dell’aumentata perdita idrica determinata dal lavoro respiratorio. Inoltre, nei pazienti nati prematuri o di età inferiore alle 6 settimane di vita, è aumentato il rischio di apnea (episodio di pausa respiratoria prolungata) e ne vanno pertanto controllati i parametri cardio-respiratori. Generalmente la malattia è benigna e si risolve spontaneamente in circa 12 giorni.
Il contagio è dovuto a un virus, dunque si trasmette principalmente per via aerea, così come avviene per un banale raffreddore, con cui condivide la stagionalità: il periodo dell’anno di massima diffusione per la bronchiolite è, infatti, quello invernale, da novembre a marzo. Il virus respiratorio sinciziale (VRS) rappresenta la principale causa per la bronchiolite ma possono essere coinvoltianche altri virus tra cui quelli influenzali, parainfluenzali, gli adenovirus e i metapneumovirus. Questi microrganismi nella maggior parte dei bambini più grandi e negli adulti non danno altro che un banale raffreddore o sintomi influenzali; nel bambini molto piccoli invece possono essere capaci di scatenare la bronchiolite dei neonati.
Nella maggior parte dei casi l’evoluzione della malattia è benigna, non è necessaria alcuna cura e nel giro di 3 settimane avviene la guarigione. I lattanti che non hanno difficoltà a respirare e sono in grado di alimentarsi possono essere seguiti a casa dal pediatra curante. Se la respirazione è difficoltosa possono essere effettuati dei lavaggi nasali frequenti, con aspirazione del muco, e degli aerosol con una soluzione cosiddetta ipertonica al 3% che, avendo una concentrazione maggiore di sali, richiama i fluidi sulla superficie dei bronchi e consente di rimuovere più facilmente il muco presente.
Potrebbe essere consigliato l’utilizzo, 3-4 volte al giorno, di broncodilatatori per via inalatoria se, dopo una prima somministrazione, fosse evidente un effettivo miglioramento nella respirazione, altrimenti, se ne sconsiglia l’uso.
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