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Una vecchia moneta in lire può farti guadagnare fino a 12000 euro: controlla se la hai in casa

Published by
Antonio Pilato

Esiste una moneta in lire che attualmente può consentire dei guadagni piuttosto importanti. Ciò però dipende anche da alcuni determinanti fattori 

Decisivi anche lo stato di conservazione, la rarità del pezzo e l’anno di coniazione. Nel dettaglio ecco di quale si tratta e perché è così valorosa.

Fonte Adobe Stock

La numismatica si sa è una materia complicata e alle volte anche i più esperti possono perdersi qualcosa. Infatti è necessario un aggiornamento costante per poter avere una reale contezza del valore di alcuni pezzi. 

Prendendo in esame le care e vecchie lire, alcune monete ad oggi possono fruttare una vera e propria fortuna, come ad esempio la 500 lire, che le generazioni più attempate ancora ricordano perfettamente.

Moneta in Lire che può far svoltare: di quale si tratta e perché è così preziosa

Coniata in Italia per la prima volta nel secondo dopoguerra è stata prodotta fino all’uscita di scena della Lira nel 2002, quando poi è subentrato l’Euro. Oggi è ancora piuttosto accessibile procurarsene una e ciò non è di certo un buon segnale per chi spera di trarre dei profitti da esse.

Alle volte capita anche che vengano utilizzate dai furbetti che sperano di farla franca camuffandole per monete da 2 euro, con cui c’è una vaga somiglianza. Al contempo però esistono degli esemplari piuttosto rari in grado di far ottenere dei guadagni incredibili.

I casi specifici riguardano la 500 lire Argento e la 500 lire Caravelle. Al giorno d’oggi sono quest’ultime ad avere un valore più importanti, ma solo in alcuni frangenti. A renderle così importanti non è né la rarità né la bassa tiratura, bensì un errore di conio, altro aspetto fondamentale nell’intricato campo del collezionismo. Infatti le vele delle Caravelle sono al contrario.

La Zecca dello Stato di Roma ha coniato questi esemplari (con le vele al posto giusto) nel periodo tra il 1958 e il 1967. Un’ulteriore testimonianza di come la sua fortuna sia costituita dallo “sbaglio” piuttosto che dalla scarsa produzione (anzi, in giro se ne rimediano diverse). Per questo il suo valore senza errore è di 40 euro.

Decisamente diverse la questione degli esemplari con le “vele sbagliate” che sono stati prodotti in circa 1000 unità nel 1957. Qui c’è la combo rarità-errore di conio che fa schizzare la quotazione anche 1200 euro se tenuta in Fior di Conio. Insomma chi si trova tra le mani questa moneta farebbe bene a parlarne con chi se intende per poter trarre i migliori profitti possibili.

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Antonio Pilato

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