Il costo del carburante non smette di salire e se il governo non prende una decisione entro inizio luglio, il rischio è che la situazione possa degenerare portando la nostra economia a una nuova recessione.
Ritorna l’incubo del costo del carburante per i consumatori italiani. Il prezzo della benzina è infatti tornato pericolosamente sopra i due euro al litro, e il rischio adesso, è che raggiunga in poco tempo i livelli record registrati nel mese di Marzo, quando si era andati persino oltre i 2,30 euro al litro.
Costi che sarebbero già adesso realtà per i cittadini italiani, se non fosse per il taglio delle accise deciso da Draghi nel mese di Aprile, e poi prorogato fino alla data dell’8 Luglio 2022, quando è stato chiaro che i rialzi non si sarebbero fermati.
Se non ci fosse stato infatti questo freno posto dall’esecutivo per calmierare i prezzi, la situazione per quanto riguarda il costo del carburante e dei trasporti, sarebbe già disperata. Da non sottovalutare poi le terribili congiunture con cui vanno a incrociarsi questi aumenti. L’inflazione non smette di salire in tutto il mondo, e il rischio adesso è che il costo della vita diventi insostenibile per i lavoratori italiani. In particolar modo per quelli del settore privato, che difficilmente vedranno i loro stipendi adeguati al nuovo costo della vita.
Per questo, questi sono i giorni in cui gli analisti sono tornati a guardare con preoccupazione al differenziale tra i titoli tedeschi e quelli italiani. Al momento intanto, lo spread è salito oltre i 240 punti base, mettendo nuovamente sotto pressione il debito pubblico italiano. La banca centrale Europea ha già annunciato dei nuovi provvedimenti a luglio per provare a contenere la situazione, anche perchè al momento non esiste alcun tipo di misura preventiva messa in campo da Bruxelles per arginare questa deriva iper inflazionistica.
Alcuni esperti restano però fiduciosi nel fatto che l’economia ripartirà e permetterà dunque di gestire al meglio la situazione, anche sul fronte del costo del carburante. Non sarà semplice, anche se è stato molto costoso prorogare nuovamente il taglio delle accise, e non è affatto detto che Draghi reperisca i fondi essenziali a farlo ancora se il debito italiano torna di nuovo sotto osservazione. L’unica buona notizia è che il comparto del turismo in Italia si appresta a ripartire.
Dopo uno stop durato oltre due anni a causa delle conseguenze economico-sanitarie della pandemia, il settore può finalmente ripartire senza il timore di ulteriori stop o blocchi, quantomeno per affrontare la stagione estiva, che resta quella più redditizia per il nostro paese. La proroga del taglio delle accise resta però al momento la questione fondamentale perché l’8 Luglio si avvicina. E è facile immaginare come in caso di mancato rinnovo di questo provvedimento, le conseguenze sarebbero devastanti per l’intero settore dei trasporti del paese.
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