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Fattura elettronica, non c’è più tempo: cosa succede a chi non si adegua

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Alfredo Iannaccone

Non c’è più tempo per commettere errori di qualsiasi tipo. Dal 1 luglio prossimo anche i regimi forfettari che hanno superato i 25mila euro di fatturato nell’anno precedente, devono emettere fatturazione elettronica.

In virtù dell’alternativa esistente tra IVA e imposta di bollo, le fatture elettroniche, obbligatorie per i regimi forfettari dal prossimo 1 luglio, emesse comprensive di esenzione IVA per un importo superiore a euro 77,47 sono assoggettate alla marca da bollo di 2 euro.

Fatture, fonte pixabay

La fatturazione elettronica è divenuta obbligatoria dal 1° gennaio 2019, ma di fatto è entrata in vigore solo adesso per i regimi forfettari: adesso i contribuenti dovranno ottemperare al pagamento della suddetta imposta dovuta sulla base delle fatture elettroniche inviate tramite il Sistema di Interscambio.

Il pagamento deve essere effettuato tramite il modulo F24 o più facilmente tramite il portale online dedicato dell’Agenzia delle Entrate.

Al riguardo, la recente Delibera nr.42 del 9 aprile 2019 dell’Agenzia delle Entrate indica i codici fiscali per il versamento tramite il modello F24 come segue: 2521 per il primo trimestre, 2522 per il secondo, 2523 per il terzo e 2524 per il quarto. 

In caso di omesso o ritardato pagamento dell’imposta, i contribuenti possono autocertificare la relativa sanzione (codice tributario 2525) e gli interessi (codice tributario 2526).

Il servizio online dell’Agenzia delle Entrate, messo a disposizione all’interno della sezione protetta per ciascun contribuente, riporta nel dettaglio l’imposta di bollo dovuta rispetto alle fatture elettroniche emesse nel corso di ciascun trimestre come somma dell’importo dell’esenzione IVA riportato in ciascuna fattura.

In caso di discrepanza sul numero delle fatture su cui deve essere riscossa l’imposta di bollo, rispetto a quello segnalato dall’Agenzia delle Entrate, i contribuenti possono indicare il proprio numero. In questo caso il sistema procederà al calcolo dell’importo.

I contribuenti possono scegliere se procedere al pagamento tramite addebito su conto corrente bancario o pagando tramite modulo F24.

Nel primo caso sarà necessario inserire il codice IBAN nella sezione online protetta, confermando che il conto corrente bancario è registrato con il codice fiscale del soggetto passivo in questione.

Sarà quindi possibile inoltrare il pagamento (accedendo ad una schermata riepilogativa) e confermare lo stesso cliccando sull’apposito pulsante. Dopo che il sistema avrà verificato la correttezza formale dell’IBAN (codice conto bancario), verrà fornita al soggetto passivo una prima ricevuta a conferma dell’invio della richiesta di pagamento.

Successivamente ne verrà emesso un secondo, attestante il pagamento o l’esito negativo della procedura.

In alternativa, tutti i contribuenti possono procedere al pagamento utilizzando il modulo F24.

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Alfredo Iannaccone

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