Ogni giorno si parla di fatturazioni elettroniche. La “campagna mediatica” del Ministero delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate ha rappresentato negli ultimi mesi un suono di tamburo battente che ci invitata al costante rispetto delle regole.
Il tempo dei cambiamenti è arrivato: eppure la normativa sulle fatturazioni digitali, per chi non lo sapesse, è entrata in vigore dal lontano 2019. Ma soltanto dal prossimo 1 luglio anche i regimi forfettari esenti da iva dovranno adeguarsi.
Il rischio di sanzioni è pesantissimo, i potenziali clienti delle tue fatture vengono invitati dagli organi competenti a non accettare più fatture emesse in modo tradizionale.
Dal 2023, poi, dovranno adeguarsi tutte le piccole imprese. Si tratta di un meccanismo sottile del Fisco legato ad una politica di maggiore controllo e trasparenza sui movimenti di denaro. In poche parole si stringono ancora di più le maglie del Governo contro l’illegalità e la possibile evasione.
Ma esistono altre cifre in merito alle imposte di bollo che forse dovremmo conoscere.
La notizia è ufficiale e merita di essere presa nella dovuta considerazione. Il Bollo sulle fatture elettroniche sale da 250 euro a 5.000 euro. Stiamo parlando dell’importo che consente di posticipare i termini di pagamento.
A partire dal 1 gennaio 2023 verrà quindi modificato il calendario dei pagamenti dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche, che potrà essere rettificata in funzione dell’importo dovuto in relazione al primo e al secondo trimestre.
L’imposta di bollo è dovuta per un importo pari a € 2,00 sulle fatture prive di Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), ovvero per le operazioni fuori campo ed esenti, ad eccezione delle forniture a tasso zero, ad esempio esportazioni ed intra-Unione Europea (UE) forniture, purché l’importo totale non soggetto ad IVA superi €77,47.
L’imposta di bollo viene generalmente pagata:
La novità è parte dei ritocchi al calendario delle scadenze fiscali previsto dal Decreto Semplificazioni, che il 15 giugno scorso è stato approvato in CdM.
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