L’Italia sta lavorando ad una riforma, di cui si parla da tempo immemore, per facilitare il pensionamento anticipato dei lavoratori senza gonfiare quello che è già il secondo conto pensionistico più alto d’Europa.
Di fatto l’aumento degli oneri finanziari alimenta le preoccupazioni per l’enorme debito pubblico del Paese. L’obiettivo è tutelare i lavoratori ma proteggere anche l’economia del Paese.
Il governo di Mario Draghi vuole iniettare maggiore flessibilità nel sistema, evitando il destino di una riforma impopolare del 2011 che ha aumentato notevolmente l’età pensionabile ma è stata sospesa nel 2018 dopo un contraccolpo.
Una sostituzione temporanea scade alla fine dell’anno e la ricerca di una soluzione permanente si è resa ulteriormente urgente poiché un periodo di bassi oneri finanziari per l’Italia sembra volgere al termine.
Draghi punta a concludere a breve un accordo con i sindacati nazionali sulla riforma, con un incontro chiave tra i massimi ministri e i sindacati stessi. Dovrà anche ottenere il sostegno della sua coalizione multipartitica, il che significa che l’ex capo della Banca centrale europea deve affrontare difficili negoziati.
Con una delle popolazioni più anziane del mondo, l’Italia spende più di qualsiasi altro paese europeo per le pensioni tranne la Grecia, secondo i dati Eurostat. Secondo il Tesoro, la bolletta delle pensioni di Roma ha raggiunto nel 2020 il 17% record della produzione nazionale.
La nuova riforma sarà la settima revisione delle pensioni negli ultimi decenni, poiché Roma ha cercato di affrontare gli effetti economici del suo costante invecchiamento della popolazione.
L’alto esborso per le pensioni limita le risorse disponibili per una spesa più produttiva per cose come scuole e investimenti infrastrutturali e rende difficile ridurre un debito pubblico di circa il 150% del prodotto interno lordo.
Il debito, in proporzione il secondo più grande della zona euro, sta diventando sempre più difficile da onorare.
In merito alla Riforma Pensioni in particolare si pensa a quei cosiddetti soggetti fragili. In particolare si guarda al mondo delle donne e a coloro che escono dal mondo del lavoro a causa delle responsabilità di cura, circostanza che, a sua volta, contribuisce a pensioni più basse e crea divari di retribuzione e di pensione tra i generi. Su questo argomento davvero spinoso, il Governo sta lavorando da mesi.
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