Mancano pochissimi giorni al termine della richiesta di esenzione parziale del Canone Rai. Chi può ottenerlo e attraverso quali modalità
Così facendo si possono risparmiare 45 euro, ovvero tutta la quota prevista per la seconda metà del 2022 evitando l’addebito nella bolletta energetica.
Il Canone Rai è una delle tasse più indigeste per gli italiani, che ogni anno si ritrovano a dover pagare 90 euro per poter usufruire dei contenuti della tv di Stato. Da diversi anni le vengono addebitate nelle bollette energetiche dieci rate mensili da 9 euro ciascuna da gennaio ad ottobre.
Dal prossimo anno lo scenario potrebbe cambiare e il Canone Rai dovrebbe uscire di scena dalle bollette. Il Governo infatti si è impegnato con l’Unione Europea tramite il PNRR ad attuare questo provvedimento visto che rappresenta un onere improprio, cioè non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica. In attesa di questa possibile svolta, molti cittadini sono alla ricerca di metodi legali per evitare di dover mettere mano al portafoglio per adempiere a questo discusso tributo.
Canone Rai: chi può ottenere l’esonero parziale dal pagamento e quali sono le tempistiche da rispettare
In questa fase dell’anno è possibile richiedere l’esonero parziale del pagamento. C’è però pochissimo tempo, ovvero fino al 30 giugno. Così facendo si possono risparmiare 45 euro, in pratica il 50% dell’intera quota dovuta, che corrisponde alla seconda parte dell’anno.
Sulla base del nostro ordinamento, ecco quali sono le categorie di esenzione. In particolare si tratta:
- coloro che non hanno una televisione in casa,
- i cittadini di età superiore a 75 anni con reddito annuo inferiore a 8 mila euro con nessun componente del nucleo familiare che abbia dei redditi propri,
- i diplomatici e i militari stranieri,
- gli esercenti che si occupano della rivendita e riparazione.
La richiesta di esenzione va fatta di anno in anno sia per quanto concerne l’esonero totale, sia per quel che riguarda l’esonero parziale. Nel primo caso il termine è il 31 gennaio dell’annata corrente, mentre nel secondo caso il 30 giugno così come sopracitato. Il tutto deve essere presentato all’Agenzia delle Entrate, la quale esamina attentamente la situazione per evitare che in futuro possano sorgere dei problemi.