La popolazione italiana è in calo da diversi anni. Il tasso di natalità nel nostro Paese è tra i più bassi della Vecchia Europa.
Secondo le più recenti stime Istat, nel 2021 il numero delle nascite è stato pari a
circa 399.000, con un decremento dell’1,3 per cento rispetto al 2020 e quasi 31
percentuale rispetto al 2008.
La popolazione residente al 31 dicembre 2021 è stimata in 58,98 milioni di persone, circa 253.000 in meno rispetto al 31 dicembre 2018.
Sulla base dell’aggiornamento del progetto Proiezioni demografiche Istat, la popolazione dovrebbe ancora diminuire, rispetto al 2020, di 3,3 milioni nel 2040, 5,5 milioni nel 2050, 8,8 milioni nel 2060 e 12 milioni nel 2070.
Il trend è nettamente peggiore rispetto alle precedenti proiezioni demografiche Istat, che portano a una riduzione delle previsioni demografiche di circa 2,9 milioni nel 2040, 3,7 milioni nel 2050 e circa 4,4 milioni nel 2060 (anno in cui si prevede che il calo della popolazione raddoppierà fino al 2020).
La legge che delega il Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, approvata in via definitiva dal Parlamento, prevede un programma organico di misure a sostegno della famiglia e della natalità.
L’Assegno Unico Universale, in tal senso, rappresenta un concreto beneficio disponibile già da marzo 2022.
I fondi destinati alle famiglie con figli a carico sono stati accorpati in un’unica misura di sostegno nazionale (come richiesto dalla Commissione nelle CSR 2020), che assegna un unica risorsa economica ai genitori con figli a carico.
Assegno Unico Universale: si tratta di un beneficio ai nuclei familiari su base universale e progressiva.
Il “vantaggio economico” è destinato a tutti i nuclei familiari (indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori) che hanno figli a carico, ed è disponibile dal 7° mese di gravidanza fino al il 18° anno di età, e può essere prorogato fino all’età di 21 anni (sotto certi
condizioni) e senza limiti di età per i bambini disabili.
L’importo mensile varia da un minimo di 50 euro a bambino ad un massimo di 175 euro a seconda dell’ISEE.
Inoltre, a seguito di una riforma, il congedo di paternità è stato esteso a 10 giorni,
da prendere entro cinque mesi dalla nascita del bambino.
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Allo stesso tempo, è necessario agire con riforme e misure mirate rimuovere permanentemente gli ostacoli al miglioramento dell’offerta di lavoro femminile, che
è condizionata negativamente dalla mancanza di servizi per l’infanzia.
Ricordiamo che è scaduta il 30 giugno 2022 la domanda per l’assegno unico figli a carico. Solo così non si perderanno gli arretrati (da marzo 2022). Chi, invece, presenterà richiesta in data successiva, perderà gli arretrati.