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Il gas con cui ci riscaldiamo sarà spostato in un altro continente? Cosa hanno deciso nell’ultimo G7

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Marco Infanti

L’ultimo G7 ha visto prevalere la linea di Mario Draghi per quanto riguarda la questione dell’energia. Vediamo nel dettaglio che cos’è successo. 

Sembra che alla fine, il premier italiano sia uno dei vincitori dell’ultimo G7 che si è appena concluso in Baviera. Arrivati alle battute finali del vertice infatti, i capi di stato sono riusciti a trovare un’intesa e sottoscrivere insieme un comunicato. 

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Accordo Ue sul gas, ecco che cosa è stato deciso nell’ultimo g7: vince la linea di Draghi

In questo, si impegnano formalmente a continuare a lavorare per abbassare il più possibile le entrate economiche del Cremlino che arrivano da Occidente, e per fare questo verrà imposto un tetto sia al prezzo del petrolio, e in seguito anche a quello del gas.

Una delle argomentazioni che sono state portate più spesso al tavolo dei leader europei a proposito della necessità di queste misure, è il fatto che Mosca continua a registrare entrate molto ingenti dal vecchio continente. 

Da quando è iniziata la guerra, l’Ue ha pagato a Mosca 850 milioni di euro

Da quando è iniziato il conflitto in Ucraina, le nazioni europee hanno pagato alla Russia qualcosa come 850 milioni di euro. Inutile sostengono in molti, continuare sulla strada delle sanzioni se poi è l’Occidente stesso che con le sue spese, continua a far arricchire Mosca. Di sicuro in questi mesi capiremo come la Russia sta pensando di reagire nel concreto a questa situazione, e se davvero, come sostengono alcuni analisti, l’intenzione è quella di provare a cambiare compratore, e spostare la vendita in Asia, in virtù anche dei buoni rapporti con queste superpotenze.

Imporre invece un tetto al prezzo del gas risulta molto più problematica che farlo sul petrolio, in quanto diversa è la natura dei contatti, con i primi che hanno una scadenza molto più lunga e dunque non possono al momento essere rinegoziati.

Draghi torna in Italia e rivendica i suoi risultati: dipendenza da gas russo è scesa

In questi giorni il premier è tornato in Italia, lasciando in anticipo anche l’ultimo vertice Nato, per discutere in consiglio dei ministri delle nuove misure da intraprendere contro il caro bollette.

Il prezzo dell’energia e del carburante non accenna infatti a diminuire ed è ormai chiaro che la proroga sullo sconto delle accise non può più bastare. Tornato in Italia, Draghi ha dichiarato che “stiamo riformando l’assetto energetico del paese. La dipendenza di gas russo è scesa dal 40% al 25% di quest’anno e gli stoccaggi stanno andando bene. C’è stata un’accelerazione molto forte nelle rinnovabili. Questa è l’unica strada per il futuro. Gli interventi di oggi vanno a tamponare una situazione di emergenza. Quest’anno sono stati collegati alla rete impianti per 3 volte e mezzo di quello che è stato fatto negli ultimi 4 anni. Il problema sono gli ostacoli burocratici”. 

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