Esistono patologie gravi che, quando arrivano, nelle nostre serene vite, capovolgono tutte le nostre certezze, minando la tranquillità della quotidianità.
Quando alcune di queste malattie vengono definite, da parte degli esperti della sanità, con la terminologia di invalidanti, se siamo noi gli sfortunati soggetti protagonisti, tutto questo equivale a dire che viene minata quella che per gli altri è la normale routine.
L’autonomia personale e quella lavorativa, a seconda della gravità della patologia, vengono decisamente messe a dura prova.
Le affezioni della tiroide, in tal senso, possono davvero condizionare in modo nefasto il nostro percorso di tutti i giorni.
La tiroide rappresenta un piccolo organo che regola il nostro ciclo ormonale, ed è in fondo come un orologio che nel momento in cui si ferma condiziona il funzionamento di molte altre parti del nostro corpo.
“Le lancette” di questo orologio possono correre troppo velocemente, ecco sopraggiungere l’ipertiroidismo, malattia che soprattutto nelle donne crea pericolosi scompensi ormonali.
Oppure, al contrario, la tiroide può essere lenta, lentissima. In questo caso la malattia, definita ipotiroidismo, potrebbe farci ingrassare a dismisura o creare addirittura difficoltà nella memoria.
Nei casi estremi, quando la tiroide è malata allo stadio cronico, potrebbe nascondere tumori, e per tanto va asportata.
Come si comporta la Previdenza Sociale nei confronti di chi soffre di patologie tiroidee?
Quello che viene chiamato comunemente ‘Bonus tiroide’ non è altro che un assegno di invalidità rilasciato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, l’INPS.
Tale assegno, che viene erogato mensilmente, è destinato a coloro che soffrono di malattie che impediscono loro di svolgere le proprie mansioni lavorative e sono quindi riconosciuti per invalidità civile parziale o totale.
Non si può parlare di bonus vero e proprio poiché non si tratta di una somma fissa corrisposta.
Naturalmente, una somma in denaro può giovare a chi, malato di tiroide, è costretto ad affrontare spese mediche ingenti.
Vediamo a quanto ammonta, in questo 2022, l’indennità.
La richiesta di percepire l’indennità mensile è rivolta a coloro che hanno un’invalidità parziale o totale riconosciuta che riduca la capacità lavorativa o la prevenga completamente.
In caso di invalidità parziale possono richiedere l’assegno coloro che hanno un’indennità compresa tra il 74 e il 99% e hanno un’età compresa tra i 18 ei 67 anni.
Per il 2022 l’assegno di invalidità parziale da parte dell’Inps prevede un contributo di 286,81 euro mensili. In caso di invalidità totale, invece, il contributo dello Stato sale fino a 550 euro mensili.