Il Superbonus 110% non concede pace al Governo, che cerca una soluzione concreta all’insegna dell’equilibrio.
Occorre un piano efficace all’insegna di nuove norme. Servono misure che possano accontentare le tante aziende del comparto edilizio che rischiano di rimanere a bocca asciutta, a causa del momentaneo blocco dei crediti da parte delle banche.
Nel contempo, vanno riviste le regole e occorre continuare sulla strada dei rigidi controlli da parte di Fisco e Guardia di Finanza.
Le responsabilità di chi ha concesso le risorse con “eccessiva leggerezza” sono evidenti.
E’ necessario per tanto individuare chi realmente ha usufruito in modo illegittimo dei finanziamenti.
Dall’altra parte però non si possono penalizzare quelle aziende “pulite” che possiedono i criteri per ricevere i crediti e che attendono in coda.
Chi è in regola non si può permettere di pagare colpe altrui.
Nel contempo, però, le norme, ripetiamo vanno riviste e devono essere più severe, anche se ovviamente non è possibile penalizzare un settore, quale quello edilizio, dove la parte diciamo sana deve andare avanti, essere sostenuta.
Moltissime imprese, con il blocco dei crediti, rischiano grosso.
Sta accadendo che, di fatto, oltre alla scoperta delle numerose “magagne”, il budget stanziato per l’incentivo edilizio è già stato ampiamente superato, mentre i progetti di ristrutturazione di molte aziende continuano mestamente ad aspettare in coda.
Secondo gli ultimi dati dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), i circa 33,3 miliardi di euro stanziati per il regime fino al 2025 sono già stati superati di circa 400 milioni di euro.
Ciò equivale a un totale di 33,7 milioni di euro che è stato richiesto fino al 31 maggio 2022.
Il problema, di fatto, non è quindi solo legato alla ferma volontà di irrigidire i criteri di assegnazione. Qui sono proprio i soldi ad essere finiti. I dati parlano chiaro.
Non solo i fondi del Superbonus sono esauriti, ma sono stati anche rivendicati in eccesso, il che significa che il governo potrebbe chiedere addirittura indietro i soldi.
Ma non è finita qui. Nonostante l’enorme dispendio di denaro, stando alle ultime modifiche, contenute in un emendamento ancora in discussione, si consentirà alle banche una ulteriore cessione dei crediti. Questi ultimi erano stati bloccati nei mesi scorsi.
Si spera che tutto questo abbia effetti tali da sbloccare alcuni ingorghi che hanno rallentato il settore dell’edilizia.
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