Sono trascorsi poco più di tre anni da quando l’Italia ha varato la riforma del reddito di cittadinanza.
Da quando la piattaforma online ha iniziato a raccogliere le applicazioni si sono verificate alcune modifiche delle normative, nel corso del tempo.
Anche se chiamata “reddito di cittadinanza”, la riforma introdotta dal populista Movimento Cinque Stelle (M5S), entrato al potere nel giugno del ’99, è più simile a una politica di reddito minimo garantito (GMI).
Un reddito di cittadinanza effettivo (CI), che può anche essere definito “ reddito di base ”, è un reddito concesso a tutti sulla base della sola cittadinanza.
Un reddito di base sarebbe incondizionato e non soggetto ad altri criteri.
Non è questo lo schema del piano del M5s, che rientra piuttosto nella scatola del GMI , essendo parte di un sistema di welfare che garantisce a tutti i cittadini un reddito sufficiente per vivere, ma solo a determinate condizioni.
La riforma è stata attuata il 6 marzo del 1999.
Il numero di richieste, a quel tempo corrispondeva a circa 2,8 milioni di individui.
La maggior parte delle domande arrivava dal Sud e, nella media nazionale, sono state più donne che uomini a rivendicare il reddito di cittadinanza.
Questi dati da soli spiegano molte delle sfide del paese, ma non rappresentano il numero effettivo di persone che hanno beneficiato e beneficeranno del progetto.
Dopo quasi un mese di raccolta delle domande, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) avviava la revisione delle richieste.
Solo quando questi sono stati stati verificati, intorno alla metà di aprile del 1999, si è determinato quanto ogni richiedente aveva diritto a ricevere.
I primi pagamenti sono arrivati solo entro l’inizio di maggio, mentre il processo di assistenza all’accesso al mercato del lavoro è iniziato nell’estate successiva.
Luigi Di Maio, all’epoca vicepremier e capo del M5S, aveva parlato a lungo di questo nuovo profilo lavorativo che dovrebbe guidare chi percepisce il reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro.
Cosa succede se chi, in possesso del reddito di cittadinanza, riceve una offerta di lavoro?
I datori di lavoro privati possono presentare una proposta ai beneficiari del reddito di cittadinanza che abbiano firmato il patto per il lavoro.
Questi dovranno presentarsi al colloquio di lavoro e ascoltare la proposta ricevuta, l’eventuale rifiuto potrebbe addirittura far decadere il sostegno del Reddito di Cittadinanza.
Marco Piuri, direttore generale di FNM S.p.a., racconta di aver scelto di lasciare l’incarico in…
Gli integratori alimentari Solisa sono integratori naturali che provengono dalle montagne del Massiccio del Pollino,…
L’Inghilterra è la patria della lingua inglese, la più utilizzata nel mondo del lavoro e…
I Buoni Fruttiferi Postali sono garantiti dallo Stato italiano ma il pericolo di perdere soldi…
I consumatori sono in pericolo, Conad annuncia un richiamo per salmonella. Non bisogna consumare il…
Nei prossimi mesi verranno erogati nuovi incentivi auto, per tutelare le aziende e favorire l'incremento…