L’estate, con la ritrovata libertà dopo mesi e mesi di emergenza sanitaria (attenzione a pensare che sia finita), ci offre la gradita opportunità di socializzare all’aperto e cenare insieme dopo due lunghi anni “da separati”.
La stagione calda porta dei rischi quando si tratta di godersi pasti all’aperto o di pranzare o cenare fuori casa, senza fare troppo caso al dove e al come, durante gite fuori porta o vacanze al mare o in montagna.
Solo perché siamo concentrati sullo spasmodico desiderio di recuperare le gioie perdute, non dobbiamo trascurare la nostra salute. I pericoli di intossicazione alimentare, in estate, aumentano a vista d’occhio.
Prima di tutto l’aumento delle temperature, comporta, da sempre, chimicamente parlando, il maggiore rischio di degradazione del cibo, in particolare proteine animali. Ma non dimentichiamo che anche le verdure e il pane, ricchi di zuccheri liberi, sono soggetti ad alterazioni.
In particolare, facciamolo per la nostra famiglia, per noi stessi, per i più piccoli, per i soggetti fragili come anziani, che potrebbero subire in modo più nefasto le conseguenze di una intossicazione alimentare.
Tutto ciò può accadere con latticini scaduti, con marmellate aperte che hanno fatto la muffetta, con sottaceti o conserve in vetro che hanno al loro interno, nascosto, il nemico invisibile del botulino.
Cominciamo, dalle pareti domestiche, ad avere cura di noi stessi e della nostra alimentazione, lavando in modo rigoroso frutta e verdura, consumando pesce fresco ed evitando, in una mattinata convulsa nel traffico cittadino, di lasciare nel calore dell’auto, le buste della spesa con all’interno carne fresca. Laddove la proliferazione batterica comincia da subito, con le proteine esposte a oltre 30 gradi per ore e ore.
In questo momento in particolare, in cui siamo tutti a rischio per le varianti del Covid, “è una serie preoccupazione quella di cui parliamo, perché in estate le malattie di origine alimentare generalmente aumentano”.
In poche parole, l’intossicazione alimentare è una malattia causata dal consumo di cibo contaminato. Gli organismi infettivi – inclusi batteri, virus e parassiti – o le loro tossine sono le cause più comuni.
La contaminazione può verificarsi in qualsiasi momento durante la produzione, dicono gli esperti, anche durante la coltivazione, la raccolta, la lavorazione, lo stoccaggio, la spedizione o ancora la preparazione del cibo.
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