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Dieta, i cibi “light” servono davvero a perdere peso? La risposta non è scontata

Published by
Roberto Caccamo

In questo articolo sentiremo le parole di un’esperta nutrizionista che ci fornirà una risposta riguardo l’efficacia di certi cibi denominati “light”.

Ogni volta che si comincia una dieta si inizia a comprare qualsiasi cosa con su scritto “light”, sena badare troppo neanche a cosa si sta comprando.

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Sugar free, 1% grassi, 0,1% grassi, zero calorie, light, sono solo alcune delle nomenclature utilizzate dalle grandi aziende di prodotti alimentari per spingere il nostro inconscio all’acquisto di determinati prodotti piuttosto che altri.

Cibi “light”: ma esistono davvero?

La maggior parte dei cibi “light” che si trovano ad oggi al supermercato non sono affatto “leggeri” come vorrebbero far intendere i loro nomi. Molto spesso, addirittura, l’apporto calorico di un prodotto “light” a fronte del suo corrispettivo tradizionale è identico, mantenendo quindi lo stesso numero di calorie ma diminuendo il suo potere saziante, spingendoci a mangiarne di più.

Ma allora quando un prodotto può essere considerato “light”? Secondo la biologa nutrizionista Federica Patrinicola la normativa europea prevede la classificazione “light” di un prodotto solo quando il suo valore energetico è inferiore del 30% rispetto al suo corrispettivo tradizionale. Per abbassare l’apporto calorico le aziende cercano di eliminare grassi e zuccheri che sono i principali fautori dell’aumento delle calorie. I grassi eliminati, però, devono essere sostituiti da miscele di carboidrati o proteine mentre, per quanto riguarda gli zuccheri, vengono utilizzati dolcificanti sintetici (aspartame, fruttosio, saccarina). Questi dolcificanti, soprattutto l’aspartame, possono portare a gonfiore addominale, infiammazioni gastro intestinali e dissenteria.

Quando durante la preparazione di un alimento si deve evitare un particolare ingrediente, questo viene sostituito da un altro. Prendiamo per esempio uno yogurt 1% grassi: è vero che contiene una minima percentuale di grassi, ma se leggiamo l’etichetta noteremo che la quantità di zuccheri o edulcoranti è piuttosto elevata. Per risparmiare poche calorie, perché di questo si tratta, si veicola una quota importante di zuccheri semplici. Un errore grossolano, che ci impedirà di consumare un piccolo dessert a fine pasto. Gli yogurt magri, inoltre hanno un basso potere saziante, proprio perché privi di grassi”, spiega la nutrizionista.

È essenziale, quindi, leggere le etichette sulle confezioni per capire subito che tipo di prodotto stiamo acquistando. “Molte volte, erroneamente, a questi alimenti è associata una percezione di leggerezza, che fornisce l’alibi per consumarne una quantità maggiore. Il fatto che un formaggio sia light – continua la nutrizionista – non deve essere il pretesto per eccedere con il suo consumo, poiché si corre il rischio di introdurre nel nostro organismo una quantità maggiore di sale rispetto a quanto necessario e consigliato”.

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Roberto Caccamo

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