Il bonus part time è rivolto ai lavoratori che hanno sottoscritto un contratto lavorativo che contempla meno ore giornaliere o settimanali
Non è previsto per l’intera categoria ma solo per coloro che soddisfano alcuni requisiti fondamentali. Andiamo a vedere quali sono nello specifico.
Il periodo non è dei migliori per gli italiani, alle prese con continui rincari che stanno falcidiano la loro quotidianità. Per questo il Governo è sempre alla finestra alla ricerca di soluzioni per cercare di rendere meno grave questa fase.
Tramite agevolazioni ed incentivi si sta cercando di dare manforte ai cittadini, soprattutto a coloro che non hanno un impiego lavorativo stabile. Per questo il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha presentato alla Camera un nuovo aiuto una tantum indirizzato ad una determinata platea di beneficiari.
Bonus Part: cos’è, a chi si rivolge e a quanto ammonta
Nella fattispecie è rivolto ai dipendenti con rapporti part time ciclici verticali. Una novità assoluta che ha come intento quello di aiutare tutti quei lavoratori che in determinati periodo dell’anno rimangono a casa. Come riferito nell’interrogazione parlamentare presentata nelle scorse settimane dall’onorevole Tripiedi, il bonus sarà una tantum dal valore di 550 euro.
Per il via libera bisogna attendere ancora un po’. Probabilmente con la conversione del Decreto Aiuti numero 50 del 2022 prevista per il prossimo 18 luglio. Serve quindi una vera e propria legge che allo stato attuale non c’è.
Fa parte di una norma presente nella Legge di Bilancio 2022 che aveva istituito un fondo di circa 30 milioni di euro. Sarà erogato a tutti i lavoratori che hanno un contratto di lavoro part time ciclico, ovvero i dipendenti che hanno un contratto a tempo parziale. Quindi quelli per cui le prestazioni lavorative sono previste solo in alcuni periodi dell’anno mentre nei restanti mesi restano a casa.
Naturalmente non si possono avere altri rapporti di lavoro subordinato o risultare titolari pensioni o percettori di Naspi. Il contratto di lavoro part time per il quale i richiede il contributo si riferisce al 2021. Un lasso di tempo in cui i lavoratori devono aver accumulato periodi non interamente lavorati che vanno da un minimo di 7 ad un massimo di 20 settimane.