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C’è una tassa occulta che mette a rischio i nostri risparmi, cosa spaventa i contribuenti

Published by
Antonio Pilato

La tassa occulta non è riportata in nessun codice normativo, ma ha un peso piuttosto rilevante sui risparmi delle persone 

Andiamo a scoprire perché in un anno i possedimenti delle persone sono diminuiti a causa di questo “tributo” di cui in pochi conoscono l’origine.

Fonte Adobe Stock

Il conto corrente è uno strumento decisamente utile che però in determinati casi è in pericolo. Infatti ci sono alcuni agenti che possono minare e non poco la tranquillità dei contribuenti, riducendo i loro risparmi in maniera piuttosto evidente.

In questa sede andremo ad analizzare un aspetto che seppur non sia una vera e propria tassa, ha un “potere” piuttosto evidente e condiziona seriamente le giacenze sui c/c dei cittadini. 

Tassa occulta: ecco in che modo i risparmi dei contribuenti sono “evaporati”

Si tratta dell’inflazione, che è da considerare come una vera e propria patrimoniale che si scaraventa contro i conti correnti. L’ufficio studi della Cgia ha diffuso un dato piuttosto emblematico: in quest’ultimo anno l’aumento dell’inflazione è costatato agli italiani oltre 92 miliardi. 

Ciò significa che in un anno il tasso di interesse applicato agli istituti di credito sui depositi bancari si è aggirato attorno allo zero. Al contempo l’inflazione è cresciuta dell’8% a risparmi invariati, che al 31 dicembre 2021 ammontavano complessivamente a 1.152 miliardi. 

Ad erodere i conti è stato il carovita che ha mandato al macero 91,2 miliardi di euro. Quindi da un lato ci sono gli effetti negativi dell’inflazione sui risparmi e dall’altro l’esigenza di dover spendere per far fronte alle emergenze energetiche.

A pagare lo scotto più alto sono stati i risparmiatori delle regioni più ricche. In Lombardia la perdita del potere di acquisto è stata di 19,4 miliardi, nel Lazio 9,3 miliardi, in Veneto 8,3 miliardi e in Emilia Romagna 8,122 miliardi. Suddividendo il territorio nazionale in macro aree, a Nordovest il prelievo è stato di ben 29,8 miliardi, nel Mezzogiorno invece ha raggiunto quota 22,8 miliardi, nel Nordest 20,7 miliardi e nel Centro 18,8 miliardi di euro.

Dunque una situazione piuttosto preoccupante che se non viene placata in breve tempo rischia di condurre il Bel Paese verso scenari a dir poco catastrofici con il rischio sempre più elevato di stagflazione. Si tratta nello specifico di una situazione nella quale sono presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi, sia una mancanza di crescita dell’economia in termini reali.

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Antonio Pilato

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