È partito ufficialmente il reddito di base che darà 1.700 euro ad ogni richiedente e che si differenzia dal Reddito di Cittadinanza.
1.700 euro per tutta la vita. Parte ufficialmente il Reddito di Base come parte sperimentale di un progetto europeo di più ampia portata.
Il Reddito di Base differisce di molto rispetto al Reddito di Cittadinanza italiano che è invece una misura per evitare che troppi cittadini vivano al di sotto della soglia di povertà.
Reddito di Base: 1.700 euro per sempre
Il Reddito di Base si differenzia dal Reddito di Cittadinanza italiano per diversi aspetti. Il più importante di questi è che il RdB non sarà percepito in base alla situazione economica reddituale e neanche dalla condizione lavorativa in cui si versa in quel momento. I 1.700 euro al mese per tutta la vita, infatti, fanno parte di un progetto dell’Unione Europea che conta di adottare questo sistema su larga scala in un prossimo futuro.
L’apri fila europeo di questo nuovo sistema di reddito universale è il Galles. I giovani cittadini del Galles, infatti, potranno percepire la somma in denaro anche se semplicemente spinti da un bisogno di indipendenza, lasciando la casa dei genitori.
Il Reddito di Base è quindi un vero e proprio reddito universale che non ha nulla a che fare con il Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo infatti è semplicemente una misura di integrazione al reddito per tutti i cittadini italiani in cerca di lavoro e che non riescono a sostentarsi da soli. Ecco perché per il RdC è strettamente legato alla situazione reddituale ed è vincolato al proprio ISEE. Oltre a questo il Reddito di Cittadinanza ha alcuni requisiti da rispettare per poterlo richiedere, riferiti soprattutto al patrimonio mobiliare e immobiliare del nucleo familiare richiedente.
Il Reddito di Base è ancora un progetto pilota dell’Unione Europea ma sembra che non tarderà ad essere messo in pratica nel breve termine. Ciò che invece potrebbe cambiare già dall’anno prossimo, invece, sono i vari bonus governativi, proprio come il Reddito di Cittadinanza o Quota 41, che potrebbero già non esistere più dal prossimo anno.