La crisi consumi provocata dall’inflazione e il rialzo dei tassi è abbastanza tangibile e suffragata da diversi fattori: eccone un altro piuttosto significativo
Si tratta della crisi della famosa applicazione Klarna che negli ultimi mesi ha accusato il colpo. Nel dettaglio la situazione di questo particolare strumento.
Il semestre appena conclusosi rischia di passare alla storia come il peggiore degli ultimi 50 anni per le borse. La possibilità di recessione aumenta ogni giorno di più in Europa e nel Nord America. L’inflazione è salita quasi ovunque ai massimi da 30-40 anni.
A rendere il tutto più catastrofico è la guerra tra Russia e Ucraina che sta provocando delle forti tensioni geopolitiche tali da far temere che il vecchio continente possa rimanere a breve senza fornitura di gas.
Il petrolio resta sempre intorno ai 100 dollari al barile e ciò può portare nei prossimi mesi ad un vera e propria crisi dei consumi con la perdita del potere d’acquisto per le famiglie. Quest’ultime potrebbero trovarsi costrette a tagliare il budget per le spese non propriamente necessarie.
Un ulteriore indizio che la situazione sta precipitando è la crisi dell’applicazione Klarna, società svedese del fintech. È attiva in oltre una ventina di paesi e ultimamente è sbarcata anche in Italia e Francia. Il suo business è finalizzato nel consentire ai clienti di acquisire i prodotti online richiesti pagando in tre rate senza interessi.
I negozi che aderiscono all’iniziativa pagheranno una commissione in somma fissa e una variabile a Klarna, che così evita di chiedere gli interessi agli utenti. Un modello di affari che durante la fase pandemica ha dato i suoi frutti.
Adesso che le persone non sono più costrette a rimanere in casa lo scenario è cambiato. Ma il motivo principale non è questo, bensì tutti quelli riguardanti questo periodo a dir poco catastrofico a livello globale.
La corsa dell’inflazione in primis sta minacciando questo modello, così come il rialzo dei tassi. A ciò va aggiunto anche l’aumento della concorrenza con società come Affirm o colossi come Apple anch’essi cimentatisi nella vendita a rate. Sulla stessa scia anche PayPal, Shopify e Block hanno registrato delle perdite. Insomma, in attesa che il vento torni a girare, il quadro è a dir poco preoccupante.
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