Sono usciti gli ultimi dati sull’inflazione Usa e purtroppo per il vecchio continente, c’è molto poco da stare tranquilli.
L’inflazione sembra ormai essere diventata il vero spauracchio con cui l’Occidente si sta confrontando in queste settimane. E mentre il mondo continua ad osservare con ansia gli sviluppi del conflitto in Ucraina, la vera mazzata per gli Usa e il vecchio continente potrebbe alla fine invece arrivare dall’esplosione del fenomeno inflattivo sul mercato mondiale.
E gli ultimi dati che arrivano dall’America preoccupano molto in tal senso. I prezzi al consumo degli Usa sono infatti cresciuti superando la soglia del 9 per cento su base annua, e si tratta di un dato che non si registrava dal lontano 1981.
Preoccupa ancora in tal senso la crescita dell’inflazione americana rispetto al mese di maggio: l’aumento infatti è stato superiore a un punto percentuale. E questo, unito al fatto che i salari americani sì sono cresciuti, ma molto meno dei prezzi al consumo, mette l’economia americana in una situazione molto difficile.
La Federal Reserve da qualche mese ha cambiato linea e ha deciso di tenere costantemente sotto osservazione il fenomeno, promettendo inoltre che non vi sarà alcuna variazione riguardo la strategia sui tassi di interesse: questi infatti continueranno a salire per evitare il peggio, come ha spiegato in uno dei suoi ultimi interventi pubblici Jeremy Powell, governatore della banca americana. E questo è un problema che riguarda da vicinissimo anche l’Europa, in primo luogo perché la Banca Centrale Europea si sta dimostrando molto più restia di quella americana, a mettere in atto delle misure per calmierare questa difficile situazione.
In primo luogo, la Bce ritiene che non sia ancora il momento di alzare i tassi a differenza di quanto invece sostiene Powell. Eppure l’economia del vecchio continente sembra viaggiare spedita verso una nuova recessione. C’è però chi sostiene che la situazione macroeconomica tra Usa e Ue resti comunque molto diversa, in primo luogo er la diversa cultura dei suoi risparmiatori.
Se in America infatti acquistare a rate o in prestito è una vera e propria necessità, il popolo europeo è stato invece molto più educato nell’ultimo secolo a spendere ma anche risparmiare, accumulare, spesso investendo in beni fisici come case di proprietà. Questo ad esempio è il caso dell’Italia, che in tal senso però è quasi un esempio unico al mondo: pochissime sono le nazioni che hanno accumulato negli anni un risparmio privato come il nostro.
In ogni caso, i dati che arrivano dall’America non possono in alcun modo essere sottovalutati dai tecnici europei, perché l’inflazione è un incubo che è già diventato realtà e che va dunque affrontato con la massima lucidità possibile, in particolar modo da parte delle banche centrali. Il rischio altrimenti è quello di finire in una recessione che alla lunga, si dimostrerà persino peggiore della grande depressione del secolo scorso.
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