I rincari della benzina, tremendamente difficili da contenere, nonostante la proroga degli sconti sulle accise dei carburanti, non fanno decisamente dormire sonni tranquilli, sia alle famiglie che alle imprese.
Il delicato momento politico del nostro Governo, con la crisi dell’esecutivo e le dimissioni del premier Draghi, arrivano di certo nel momento meno indicato.
Proprio quando la classe dirigente doveva cercare coesione e unità di intenti, per rendere ancora più efficace la battaglia al caro vita, aumentando l’efficacia degli “interventi salvagente” per la collettività, ecco arrivare le conseguenze nefaste della scarsa coesione in seno alla maggioranza.
Ma come diceva una eterna canzone, dai contenuti sempre attuali, show must go on, lo spettacolo deve continuare, ed è inevitabile quindi che, nonostante i dissidi in seno al Governo, i cittadini hanno più bisogno che mai di un equilibrio istituzionale.
Ecco allora che ci ritroviamo a parlare dei buoni benzina, dei voucher da 200 euro che possono essere richiesti dalle aziende e concessi ai loro dipendenti. Naturalmente anche in questo caso vale il detto, per molti ma non per tutti.
Ad essere coinvolti nell’iniziativa del Governo sono, ad oggi, solo i dipendenti di aziende private.
Semaforo verde, quindi, all’operazione bonus benzina.
I datori di lavoro del settore privato che lo desiderano, potranno fornire ai propri dipendenti i buoni benzina introdotti a fronte dell’aumento del prezzo dei carburanti.
I bonus possono avere un importo massimo di 200 euro, non sono tassati e sono interamente deducibili dal reddito d’impresa. Tutte le regole sono state chiarite nella circolare 27/E dell’Agenzia delle Entrate.
Secondo le normative in corso, sono inclusi nel provvedimento solo i datori di lavoro privati, compresi i professionisti e i lavoratori autonomi che hanno dipendenti.
La legge è volta a risarcire i dipendenti per i maggiori costi sostenuti in conseguenza dell’aumento del prezzo dei carburanti che ci affligge.
I buoni benzina possono essere pagati per il rifornimento ma anche per la ricarica dei veicoli elettrici.
In tutti i casi, il bonus benzina non contribuisce alla formazione del reddito da lavoro dipendente.
La somma è deducibile dal reddito d’impresa e deve essere conteggiata separatamente da eventuali altri benefici corrisposti.
In sostanza, i beni e servizi forniti nel periodo d’imposta 2022 dal datore di lavoro a favore di ciascun dipendente possono raggiungere un valore di 200 euro per uno o più buoni benzina e un valore di 258,23 euro per tutti gli altri beni e servizi (compresa l’eventuale benzina aggiuntiva).