Il prezzo della pasta nei prossimi mesi è destinato ad aumentare anche a causa del crollo improvviso delle quotazioni del grano. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
Purtroppo, ci sono brutte notizie in arrivo per il settore della cerealicoltura italiano. Preoccupa tantissimo in primo luogo la resa degli ultimi raccolti di grano che rispetto ai precedenti sono scesi di un 20 per cento.
Nelle ultime due settimane infatti, le quotazioni del grano duro sono scese in modo vertiginoso, causando un vero e proprio crollo di questo mercato. E fa un po’ rabbia pensare che queste difficoltà nascono da alcune speculazioni finanziarie portate avanti ultimamente.
L’intero comparto in Italia, a un certo punto ha iniziato a vendere in modo frettoloso il proprio frumento, seguendo alcune voci che volevano che ci fosse quest’anno una concorrenza fortissima dal Canada che, a differenza di altri produttori, aveva ottenuto un raccolto molto consistente quest’anno. E così il grano si è ammassato nella vendita in un solo colpo sul mercato, causando come conseguenza il crollo del prezzo e delle sue quotazioni.
Sulla situazione si è anche espressa la Coldiretti che ha spiegato come “La volontà di speculare sul prezzo del grano italiano», chiarisce la Coldiretti, «è emersa anche durante la seduta della Cun (Commissione unica nazionale, ndr) a Roma, dove l’ultima proposta di riduzione è stata di 35 euro a tonnellata per il Sud, 25 per il Centro e 25 per il Nord, rispedita al mittente dalla parte agricola”.
Ma non solo, perché la confederazione parla poi successivamente del fatto che questa vada intesa anche come una conseguenza del conflitto in corso in Ucraina. La situazione risulta poi particolarmente difficile nel nostro paese perché questo calo vertiginoso, che in alcuni casi ha toccato il 40 per cento, si è verificato in aree agricole che stanno già affrontando con enorme difficoltà la siccità di quest’anno. Come spiega la Coldiretti “La produzione è in calo fino al 35%-40% nelle aree più vocate come la Puglia a causa della siccità, proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori fino a 600 euro in più ad ettaro a causa dell’impennata dei costi di produzione causata dall’effetto a valanga della guerra in Ucraina”.
Il problema poi, è che le difficoltà non sono affatto finite, e il taglio dei raccolti adesso pone la nazione in una condizione difficile, in quanto il rischio è quello di incrementare ulteriormente la dipendenza dall’estero per alcuni alimenti.
Un esempio plastico di quanto la situazione si stia facendo critica su questo fronte, lo si può osservare dal prezzo della pasta che non smette di salire. Il suo costo rispetto allo scorso anno è infatti già aumentato del 17 per cento e secondo analisti ed esperti, nei prossimi mesi lo vedremo salire ancora.
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