Dopo il taglio delle forniture di gas disposto dalla Russia, la situazione per il nostro paese è molto critica e i razionamenti non sono più un fantasma lontano.
Alla fine, com’era largamente prevedibile, il taglio delle forniture di gas da parte della Russia, diretta conseguenza dello scontro tra Occidente e Mosca sulla guerra in Ucraina, ha colpito in modo diretto anche il nostro paese.
Certo, la vera nazione europea ad essere totalmente esposta a questa carenza è al momento la Germania che ha visto rispetto allo scorso anno, diminuire le sue scorte di gas di quasi due terzi.
Gas, pesa tantissimo l’incertezza sul North Stream 2
Una situazione forse impossibile da risolvere, considerato che alcuni mesi, era proprio il Ministero dell’Economia tedesco a sostenere in sede internazionale, che alla Germania ci sarebbero voluti almeno due anni per rendersi indipendenti dalle forniture russe. Fondamentale in tal senso, sarà la riattivazione del North Stream e, al momento fermo a causa di un guasto alla turbina, che è stata mandata a riparare in Canada eludendo nei fatti le sanzioni.
Gli analisti sostengono però che al momento, anche dopo la riparazione, è più probabile che la Russia decida comunque di sospendere le forniture, e questo metterebbe il vecchio continente in una situazione difficilissima. E l’Italia non si trova comunque in una situazione poi così migliore di quella dei tedeschi, in primo luogo perché anche per noi, seppur non a quei livelli, la dipendenza dal gas russo è molto significativa.
I tentativi dell’Italia per rendersi indipendente dal gas russo
Per questo Draghi e il Quirinale sembrano ormai preparati a quella che si pone a tutti gli effetti come una situazione di economia di guerra e uscire da questa situazione non sarà affatto semplice. Draghi e il Ministro degli Esteri Di Maio, ormai da settimane stanno tentando di stipulare dei nuovi accordi sul gas con Algeria e Libia, ma ci vorrebbero comunque anni per rimpiazzare nelle quantità il gas che fino ad adesso abbiamo ricevuto da Mosca.
Cosa fare allora? Quali provvedimenti può mettere in atto il governo, che oltretutto vive giorni di enorme fibrillazioni dopo le dimissioni respinte di Draghi. Sempre più esperti sostengono che l’unica strada possibile per gestire questa emergenza senza sprofondare in una recessione senza fine, sarà quello di dare il via a dei periodi di razionamenti che riguarderanno sia il cibo che l’energia, e che potrebbero diventare realtà già a partire dal prossimo autunno.
In molte città d’Italia i razionamenti energetici sono già cominciato
D’altronde già da alcune settimane nel nostro paese, si è deciso ad esempio di limitare le temperature massime da utilizzare negli uffici pubblici per quanto riguarda il condizionatore. Anche gli enti locali hanno iniziato a diminuire l’illuminazione pubblica, imponendo anche in molte città, la chiusura dei negozi alle 19.
Ma secondo alcune indiscrezioni, molto presto alle famiglie italiane saranno richiesti ulteriori sacrifici in tal senso. Una delle ipotesi sul tavolo, è ad esempio che per quanto riguarda le abitazioni private, il limite massimo di temperatura scenda di due gradi. E questo significa che in inverno si potrà impostare il termostato alla temperatura massima di 25 gradi.