Per contrastare l’inflazione che non smette di crescere, il governo sta valutando alcune misure, tra cui un possibile taglio dell’Iva su alcuni prodotti di prima necessità.
L’inflazione continua al momento ad essere il vero spauracchio con cui l’Occidente si sta confrontando. In una situazione già profondamente esacerbata dallo scoppio del conflitto in Ucraina, questa costante salita dei prezzi sta velocemente trascinando il vecchio continente in una nuova recessione.
Al momento nel nostro paese, l’inflazione è salito all’8 per cento, e mai come in questo momento storico, il potere di acquisto dei consumatori italiani si sta riducendo al lumicino.
Inflazione record, perché la situazione è peggiore rispetto al decennio tra gli anni settanta e ottanta
La mente non può che ritornare nel decennio compreso a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, quando anche lì l’inflazione correva velocemente sulla doppia cifra. Ai tempi però non c’era anche l’euro ma la lira che restava sotto il controllo diretto dello stato. In quel momento il governo italiano aveva degli strumenti di politica monetaria che hanno permesso di risolvere il problema abbastanza in fretta senza che l’economia italiana crollasse in modo definitivo.
Il quadro oggi sembra molto più grave, in primo luogo perché Draghi, che oltretutto conoscerà il destino del suo governo tra qualche giorno, fa una fatica terribile a trovare i fondi necessari ad aiutare la popolazione. Qualcosa però il governo deve fare subito per mettere un freno all’inflazione prima che la situazione degeneri. Un problema di cui si è discusso molto nelle ultime riunione del consiglio dei ministri. Una delle ipotesi al momento sul tavolo dell’esecutivo è quella di dare il via a un taglio dell’Iva che riguarderà i prodotti di largo consumo, e dunque quelli più indispensabili alla sopravvivenza dei consumatori.
Taglio dell’Iva su alcuni prodotti per combattere il caro-vita, la proposta del Ministro Brunetta
Sembra che la proposta sia stata avanzata dal Ministro Brunetta, e che il governo stia adesso ragionando su come attuarla senza gravare troppo sulle casse dell’erario. L’idea dunque è di tagliare le aliquote di stato per quanto riguarda generi alimentari di prima necessità, ma anche farmaci salva vita. Si potrebbe poi prendere a modello quando stanno facendo le altre nazioni per contrastare questo problema. La Germania ad esempio si trova in una situazione molto simile alla nostra, e proprio grazie al taglio delle aliquote sui generi alimentari, questo mese è riuscita per la prima volta a calmierare l’inflazione che da 79,9 punti percentuali è passato a 7.6.
Resta comunque il problema della copertura finanziaria necessaria per questa misura, ma è sempre il ministro brunetta che sembra aver indicato su questo aspetto la via da percorrere: l’ipotesi è che infatti i fondi possano essere trovati grazie all’extra gettito Iva, che al momento è pari a circa dieci miliardi di euro.
Taglio dell’Iva, i dubbi del Ministro dell’Economia Daniele Franco
Sembra che però questa proposta avanzata da Brunetta, abbia incontrato le perplessità e le resistenza del Ministro dell’Economia Franco, che ha messo in rilievo come queste agevolazioni andrebbe a riguardare anche chi ha un reddito alto, disperdendo così altre misure in favore dei più bisognosi. E d’altronde, andando a ripercorrere tutti i provvedimenti presi dal governo Draghi in questi mesi, si può notare come tutto sommato sia sempre trattato di provvedimenti mirati, che andavano ad aiutare in modo specifico le categorie più in difficoltà.
Un taglio dell’Iva tra il 4 e il 5 per cento, costerà allo stato italiano più di venti miliardi
La proposta di Brunetta andrebbe dunque a modificare la filosofia con cui fino ad adesso sono stati pensati e stanziati gli aiuti economici ai cittadini contro gli aumenti che ormai riguardano un po ‘tutti i settori, dall’energia, al carburante ai generi alimentari. C’è un però dato empirico che rende molto difficile l’attuazione di questa misura.
Secondo quanto stimano molti esperti, al momento un taglio dell’Iva su farmaci e generi alimentari, anche solo di circa 5 punti percentuali, si tradurrebbe in una spesa per le casse dello stato pari a circa 25 miliardi di euro. troppo al momento per le nostre finanze a quanto dichiarano alcuni.