Il bollo auto rappresenta certamente una delle tasse meno amate da parte degli italiani. E’ vero anche che, in questo momento economico così delicato, parlare in generale di tasse aumenta le possibilità di notti insonni da parte del cittadino.
Difficile, se non impossibile, immaginare che l’italiano medio possa gioire al pensiero di dover pagare il bollo auto. Solo il pensiero genera ansia, dal momento che anche l’automobile stessa, con i nefasti rincari legati alla benzina, è diventata un bene di lusso.
Ma inevitabilmente arrivano le scadenze, e allora o sei stato parsimonioso a mettere i soldi da parte, oppure non ti resta che incorrere nelle pericolose sanzioni previste.
Hai avuto la fortuna, economicamente parlando, di poterti permettere una nuova auto, quindi mai immatricolata? L’Agenzia delle Entrate ti concede davvero poco tempo per godertela.
Siamo di fronte a una scadenza tra le più spiacevoli per gli automobilisti, introdotta con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1953, per far fronte a grandi opere, la realizzazione di autostrade e strade statali. Nel 1982 è stata convertita in una tassa di proprietà sul veicolo.
Se il tuo veicolo è già in circolazione, la tassa di circolazione deve essere pagata entro l’ultimo giorno del mese successivo alla data di scadenza.
Se invece si tratta di un veicolo nuovo o immatricolato per la prima volta in Italia, la tassa di proprietà deve essere pagata entro lo stesso mese.
E se non pago il bollo, cosa rischio?
Prima arriva un avviso bonario. Dopo due anni, viene emessa una fattura fiscale, che segue la procedura classica. Se non paghi scatta il fermo amministrativo dell’auto.
Il bollo auto, pochi lo sanno, è però una tassa a gestione regionale. Forse dovresti sapere che, nell’ambito della politica legata all’incentivazione dei veicoli a basso impatto climatico, ci sono territori che ti consentono, se possiedi un’auto elettrica, di non pagare il bollo addirittura per cinque anni.
I nuovi incentivi del Governo con gli sconti e i crediti di imposta sulle auto elettriche, però, secondo gli esperti, non hanno sortito gli effetti sperati. Colpa certamente di una crisi che non rende facile l’acquisto di determinati veicoli che oggi non hanno certo un prezzo di poco conto sul mercato delle auto.
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