L’ultima e per molti esperti inattesa crisi politica italiana, arriva in un momento terribile per l’economia nazionale e soprattutto per le necessità di un Paese che aveva bisogno ed ha bisogno di una stabilità politica indispensabile.
Le acque torbide in cui famiglie e imprese sono immerse, rischiano concretamente di trasformarsi in sabbie mobili da cui sarà molto difficile uscire.
Tutto questo accade dal momento che i cittadini pagano in presa diretta la crisi energetica legata al conflitto russo ucraino, nonché il debito pubblico di una nazione tra il più alto in assoluto nella Vecchia Europa.
Troverà l’Italia la forza di uscire indenne da quella che potrebbe trasformarsi in una tempesta perfetta, in un frangente in cui le riforme non sono certe complete?
La maggior parte degli italiani si augurano che Draghi resti al suo posto, così come se lo augurano la maggior parte delle forze politiche, in modo che possa condurre il Paese verso porti tranquilli, per affrontare nel miglior modo la crisi energetica in corso.
Il primo obiettivo è chiudere il prima possibile l’accordo commerciale con l’Algeria per il gas, per aumentare le risorse e l’approvvigionamento e trasformare il paese sahariano nel nostro primo fornitore.
Tutto questo per liberarsi il prima possibile dalla “schiavitù” del gas russo, che ormai va considerato un capitolo chiuso.
Il primo ministro Mario Draghi, già alla guida della Banca centrale europea, giovedì scorso ha offerto di dimettersi dopo aver perso il sostegno di un alleato chiave nel suo governo di unità nazionale. Potrebbe lottare per formare un esecutivo alternativo, aprendo la strada alla probabile vittoria di un governo meno favorevole all’euro nel mezzo di una spirale di crisi del gas.
Brutte notizie quindi per l’Italia e in fondo per l’euro.
Draghi è diventato premier nel febbraio 2020. La sua decisione di dimettersi segue uno scontro aperto con il Movimento 5 stelle, che non ha sostenuto il suo piano per combattere l’aumento del costo della vita.
Il presidente italiano Sergio Mattarella, che ha il potere di sciogliere il Parlamento, ha respinto le dimissioni di Draghi, esortandolo invece a valutare di formare una nuova maggioranza.
Un nuovo governo con Draghi al timone resta auspicabile. L’Italia rischia di dover razionare l’energia se la Russia non riprende le sue regolari esportazioni di gas, una mossa che sicuramente innescherebbe una recessione. L’alternativa si chiama Algeria, ma per chiudere certi accordi e condurre in porto le attese riforme, occorre che la politica trovi coesione.