Gli italiani potrebbero continuare ad affrontare una lunga e calda estate con l’aria condizionata spenta negli uffici e negli edifici pubblici, mentre il governo, in piena crisi economica, cerca di ridurre la sua dipendenza dalle forniture di gas russe.
A causa dei prezzi dell’energia, che continuano a salire, gli italiani saranno costretti a spendere il doppio rispetto allo scorso anno.
Una estate infernale, non solo per il caldo che ci attanaglia. Tra crisi economica, Governo sull’orlo del baratro, mentre scriviamo l’era Draghi dovrebbe essere giunta al capolinea, e rincari in atto, accendere i condizionatori vuol dire di fatto auto condannarsi a bollette spaventose.
I sistemi di condizionamento dell’aria sono già stati impostati per mantenere la temperatura non inferiore a 25-27 gradi centigradi (77-81 F) durante i mesi più caldi dell’anno, secondo un emendamento a un decreto governativo sull’utilizzo dell’energia.
In inverno, le stanze non saranno riscaldate oltre un massimo di 19-21 gradi Celsius secondo le regole che entreranno in vigore da inizio maggio a fine marzo prossimo.
Sebbene le autorità locali specifichino in quali mesi possano essere utilizzati i sistemi di riscaldamento e raffreddamento per gli uffici pubblici, attualmente non stabiliscono limiti di temperatura per gli edifici privati.
L’Italia ottiene circa il 40% delle sue importazioni di gas dalla Russia e ha cercato di diversificare le sue forniture energetiche dall’invasione russa dell’Ucraina cominciata il 24 febbraio scorso.
Il premier Mario Draghi aveva suggerito, nel pieno vigore del suo Governo, di ridurre i sistemi di condizionamento e riscaldamento come uno dei modi in cui l’Italia può e deve contribuire a ridurre i propri consumi energetici.
L’utilizzo del condizionatore e, quindi, il suo impatto in bolletta sono strettamente legati alle abitudini personali e alle temperature raggiunte durante l’estate nella propria città.
La nuova indagine dell’Osservatorio SOStariffe.it e Segugio.it si concentra proprio sul diverso utilizzo del condizionatore tra le varie aree del Paese con l’obiettivo di evidenziare quali sono le regioni italiane in cui bisogna mettere in conto una spesa maggiore per rinfrescare casa.
Il conto in bolletta è meno traumatico per chi sceglie di rinfrescare le stanze con il ventilatore: nel mercato tutelato si parla di 3 euro/mese, mentre per chi ha una delle offerte più convenienti del mercato libero il prezzo cala a 2,5 euro.
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