Ictus, scoperta shock: un farmaco molto comune potrebbe esserne la causa

In base ad un recente studio, l’ictus nelle donne potrebbe essere causato da un farmaco molto comune, assunto soprattutto in giovane età.

L’ictus è una delle principali cause di morte tra gli uomini. A quanto pare, l’ischemia è la quinta causa di morte per gli uomini e la terza causa per le donne. A differenza di quello che si pensa, l’ictus non è una malattia che colpisce solo le persone in età avanzata. Infatti, molti studi hanno dimostrato che esistono dei veri e propri picchi nel corso della vita di una donna, in cui aumenta il rischio di ischemia: tra i 20 e i 35 anni; tra i 45 e i 55 anni; dopo i 85 anni.

Ictus
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Sebbene il fattore età incida notevolmente sulla possibilità di avere un ictus, per le donne c’è un ampio rischio anche in giovane età.

In particolar modo, le maggiori probabilità si verificano nella fascia di età che va dai 20 ai 35 anni. E il motivo di tale condizione sarebbe l’assunzione di un farmaco molto comune, ovvero la pillola anticoncezionale.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica European Stroke Journal, esiste una stretta correlazione tra l’ictus e l’assunzione della pillola anticoncezionale. Gli autori della Ricerca Scientifica sono un team di neuro scienziati dell’Università di Losanna.

Per ottenere i risultati, è stato necessario prendere in considerazione un gruppo di donne e diversi dati come l’età, i fattori di rischio e i farmaci assunti.

Ictus, scoperta shock: la pillola anticoncezionale aumenta la possibilità di avere un’ischemia

L’ictus è un’emergenza medica che si verifica quando un vaso sanguigno, di grossa portata, si rompe o viene chiuso da un coagulo di sangue.

Quando il fenomeno si verifica nel cervello provoca la morte delle cellule cerebrali che, a causa dell’ictus, non ricevono più sangue e l’ossigeno necessari alla loro sopravvivenza.

Generalmente l’ictus è caratterizzato dalla presenza di segnali che, se riconosciuti in tempo utile, possono salvare la vita del soggetto.

Le cause di un ictus cerebrale possono essere molteplici, tra questi abbiamo:

  • Ipertensione cronica
  • Fumo attivo e passivo
  • Diabete mellito
  • Sovrappeso e obesità
  • Malattie cardiovascolari
  • Abuso di alcolici
  • Uso di droghe
  • Assunzione della pillola anticoncezionale o terapie ormonali estrogeniche.

Anche per l’ictus esistono dei fattori genetici, ovvero dei fattori di rischio non modificabili. Ci stiamo riferendo all’età avanzata, alla popolazione di appartenenza (pare, infatti, che africani, caraibici ed asiatici siano molto più predisposti all’ischemia), familiarità per l’ictus e il sesso maschile.

Lo studio dell’Università di Losanna

Un team di ricercatori dell’Università di Losanna ha affermato che esiste una stretta correlazione tra ictus nelle donne e assunzione di pillola anticoncezionale. Lo studio in questione ha preso in esame 179 donne di cui circa 39,6% (57 donne) assumeva anticoncezionali per via orale.

Il restante 71,9% delle donne analizzate assumeva una pillola contraccettiva combinata, contenente una versione sintetica di estrogeni e progesterone, ovvero gli ormoni femminili.

In base ai risultati provenienti dalla ricerca è stato determinato che coloro che assumevano la terapia a base di estrogeni e progesterone avevano un rischio maggiore di andare incontro ad ictus ischemico. Inoltre, questo gruppo di donne presentava anche un incremento dei grassi nel sangue rispetto al primo gruppo.

Il medesimo studio ha anche segnalato un significativo calo di recidive ischemiche, per coloro che interrompevano l’assunzione di contraccettivi orali. La diminuzione del rischio avveniva nei successivi 12 mesi dall’interruzione.

Che le pillole anticoncezionali possano aumentare il rischio di ictus nelle donne è un dato scientifico, ormai noto. Altre ricerche, infatti, avevano già dimostrato che il rischio di ictus ischemico, per coloro che assumono la pillola anticoncezionale, è 1,6 volte maggiore rispetto alle donne che non assumono tale farmaco.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi).

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