Stipendi in aumento nei prossimi mesi grazie al Decreto Aiuti Bis. Scopriamo quanti soldi in più potremmo ricevere in busta paga.
Il Governo dimissionario è al lavoro per trovare la soluzione ottimale per garantire un aumento delle retribuzione ai lavoratori.
Il Decreto Aiuti Bis verrà pubblicato, fosse l’ultimo atto del Governo Draghi. Gli aiuti per gli italiani arriveranno nei prossimi mesi in modo tale da rendere più “sopportabile” la crescita dell’inflazione che sta per toccare il tasso del 9%. Al vaglio dell’esecutivo le misure per diminuire i costi in bolletta, per un azzeramento o taglio dell’IVA sui generi alimentari e per aumentare il netto in busta paga. Le retribuzioni dei lavoratori, infatti, sono basse e insufficienti per affrontare i rincari garantendo una buona qualità di vita. Serve un intervento strutturale che possa garantire anche nel 2023 uno stipendio più elevato ma, nell’attesa, occorre intervenire con misure semi-strutturali che aiutino adesso. Scopriamo quali sono le ipotesi al vaglio e di quanto farebbero aumentare le retribuzioni.
Tra le ipotesi al vaglio del Governo dimissionario la proroga del Bonus 200 euro fino a dicembre. Il DL Aiuti Bis potrebbe trasformare l’agevolazione una tantum in un’erogazione continua per cinque mesi al massimo consentendo ai lavoratori di avere una busta paga più ricca di 200 euro. Non per tutti. È possibile, infatti, che la somma aggiuntiva non sia di 200 euro ma più bassa in base al reddito. Come tutti sappiamo il Bonus è destinato ai cittadini con reddito personale inferiore a 35 mila euro. Chi sfiora tale soglia potrebbe ricevere solo 100 euro, chi si allontana di poco 150 euro e, infine, solo chi è molto lontano da tale limite i 200 euro completi.
Un’alternativa plausibile alla proroga del Bonus 200 euro è la decontribuzione per aumentare il netto in busta paga. Il taglio delle tasse garantirebbe quell’aumento degli stipendi desiderato. Tra le idee, poi, il taglio del cuneo fiscale con l’ipotesi di raddoppiare l’esonero contributivo dallo 0,8% all’1,6%. Gli aumenti sarebbero, così, tra i 70 e i 100 euro.
Si continua a lavorare sull’ipotesi del salario minimo con l’introduzione del limite minimo di 9 euro all’ora. Raggiungere questo obiettivo significherebbe molto per gli italiani considerando il fatto che, oggi, un lavoratore su quattro riceve una retribuzione inferiore al Reddito di Cittadinanza. La misura al momento è di difficile attuazione ma non impossibile da realizzare in un prossimo futuro.
Va detto, poi, che alcune retribuzioni aumenteranno grazie ai rinnovi contrattuali mentre i pensionati potranno sicuramente contare su un cedolino dall’importo più elevato nel 2023 per effetto del meccanismo di perequazione.
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