Il Paese con la pressione fiscale più alta d’Europa. La Nazione, di fatto, con una delle tassazioni più alte, la media del 25%, sulle piccole e medie imprese.
Tutto ciò significa che tra il 25 e il 30% di ciò che incassa un imprenditore finisce nelle mani dello Stato. Stiamo naturalmente parlando dell’Italia, oggi alle prese non solo con un debito pubblico altissimo, ma anche con un pericoloso rischio recessione.
Senza dimenticare che è in atto una crisi politica che potrebbe avere conseguenze nefaste sulla stabilità del Paese, che necessita ancora di numerose riforme per ritrovare “la retta via”.
Ma non possiamo nemmeno dimenticare che l’Italia è anche la nazione tra le peggiori, del Vecchio Continente, in termini di evasione fiscale.
Ed è per questo che il Fisco ha rafforzato i controlli e aumentato le sanzioni. In piena crisi economica, con il fantasma della recessione che bussa alla tua porta, evasione fiscale vuol dire voragine difficile da sanare. Vuol dire perdita di fiumi di denaro per lo Stato.
Facciamo un passo indietro. Chi esercita i controlli fiscali?
L’ordinamento italiano assume la forma del diritto civile continentale. Le regole fondamentali che regolano i rapporti commerciali sono contenute nel Codice Civile italiano, emanato nel 1942, e superate in altre leggi o statuti speciali.
A seguito dell’adesione dell’Italia all’UE e di alcune direttive comunitarie, molte parti del codice civile sono state nel tempo sostanzialmente modificate. Mentre come regola generale la capacità di legiferare è di competenza esclusiva dello stato centrale, ci sono alcuni campi specifici in cui lo stato e le regioni hanno giurisdizione sovrapposta.
L’amministrazione fiscale italiana è caratterizzata dalla presenza di diversi enti.
Questi enti comprendono: l’Assessorato alle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia delle Dogane, la Guardia di Finanza, l’Agenzia Entrate – Riscossione (incaricata della riscossione dei crediti tributari) e la Previdenza Sociale Istituto.
In questo momento l’Agenzia delle Entrate, ma in fondo si tratta solo di una tregua estiva, annuncia di aver sospeso, anticipatamente rispetto al passato, i controlli fiscali su privati e aziende, almeno fino a settembre.
Una tregua che quest’anno dura di più. Di solito, il calendario delle scadenze fiscali si ferma dal 1° al 20 agosto, in base a quanto stabilito dal decreto legge n. 16/2012, all’articolo 3-quater. Le scadenze che cadono in questo periodo vengono automaticamente spostate al 20 agosto (che quest’anno, però, cade di sabato) data entro la quale è possibile adempiere senza l’applicazione di sanzioni e maggiorazioni.