La guerra del Governo italiano contro i rincari energetici, la cui fiammata è divampata come benzina sul fuoco con l’esplosione del conflitto-russo ucraino, per proteggere famiglie e imprese, è cominciata lo scorso febbraio.
I tagli sulle accise, in primo luogo, e il tentativo di conciliazione, messo in atto sin da subito, con Arera, l’ente che regola i prezzi energetici, hanno rappresentato gli strenui tentativi, o forse sarebbe meglio dire palliativi, per provare a tenere a bada il ciclone.
Ma il vento soffiava forte, e la già fragile imbarcazione italiana, quando qualsiasi armonia tra la ciurma e il capitano, già precaria, è saltata, è finita in balia delle onde.
I marinai non hanno più risposto ai comandi del capitano Draghi e la barca Italia è finita alla deriva, allontanandosi inevitabilmente dalla terra ferma.
Eppure l’Italia, con il suo piano per contenere i rincari, aveva speso, lo scorso febbraio, ben 8 miliardi di euro per proteggere i consumatori, l’industria e le autorità locali dall’aumento dei prezzi dell’energia e sostenere l’industria automobilistica.
Mario Draghi, il primo ministro, aveva anche avvertito che qualsiasi sanzione internazionale contro l’industria energetica russa, in risposta all’aggressione contro l’Ucraina, avrebbe colpito l’Italia in modo particolarmente duro.
“Tutte le sanzioni che hanno un impatto sull’energia avranno un impatto sull’Italia più di qualsiasi altro Paese perché siamo dipendenti dal gas, a differenza di Francia e Germania”, aveva affermato Draghi, mentre svelava il pacchetto energetico.
“Le sanzioni devono essere efficaci ma sostenibili”, aveva aggiunto.
L’Italia ha speso circa 6 miliardi di euro per contribuire a ridurre i prelievi sulle bollette energetiche e ha cercato, fino all’ultimo giorno di vita dell’esecutivo, di proteggere le famiglie più povere, le imprese a maggiore intensità energetica e le autorità locali finanziariamente fragili dal pieno impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia. R
Roma ha stanziato qualcosa come altri 800 milioni di euro quest’anno e stanzierà 1 miliardo di euro l’anno prossimo per aiutare l’industria automobilistica italiana a passare a veicoli elettrici più efficienti dal punto di vista energetico e meno inquinanti.
L’ente ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso Psv italiano, aumentando la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile e non più trimestrale.
Cosa cambia per le famiglie? L’intervento adottato mira a rendere più sicure le forniture ai consumatori.
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