L’allarme dell’OMS mette paura: abbiamo una nuova minaccia sanitaria globale
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Alfredo Iannaccone
2 anni ago
Dopo la Pandemia collegata al Covid, nessuno si aspettava, almeno non in così breve tempo, una nuova pericolosa minaccia sanitaria.
Ma quando a emettere “determinate sentenze” sono i vertici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, allora tutto quello che sembrava solo un rischio ipotetico, diventa amaramente realtà.
Stiamo parlando del vaiolo delle scimmie, malattia che fin ora, con tutta probabilità, era stata fin qui sottovalutata.
Da questo momento in poi, con questa comunicazione ufficiale, tutto questo non sarà più possibile.
Vediamo nei dettagli cosa sta accadendo e soprattutto chi e come ha stabilito di informare la collettività mondiale su questa nuova emergenza sanitaria.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato ufficialmente questo sabato scorso 23 luglio che la malattia del vaiolo delle scimmie è ora considerata un’emergenza sanitaria pubblica globale.
“Crediamo che questo possa e debba mobilitare il mondo ad agire di concerto. Abbiamo bisogno di coordinamento e solidarietà per poter controllare il vaiolo delle scimmie”.
Sono state queste le preoccupanti parole del direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom, in una conferenza stampa tenutasi nella stessa giornata nel quartier generale di Ginevra.
Nel suo discorso, Tedros ha spiegato che cinque elementi vengono presi in considerazione quando si decide se un focolaio costituisce un’emergenza globale.
In primo luogo, le informazioni fornite dai paesi dove la malattia è maggiormente diffusa, che in questo caso mostrano che questo virus, il vaiolo delle scimmie, si è diffuso rapidamente in molte nazioni che non l’hanno mai visto prima.
Poi, vengono citati i criteri dei regolamenti sanitari internazionali che corrispondono a pieno a tutto ciò che concerne una malattia di rilevanza globale.
Viene preso in considerazione il parere del consiglio del comitato di emergenza, che, in questo caso di vaiolo delle scimmie, non ha raggiunto il consenso positivo.
Quarto: principi scientifici, prove e altre informazioni rilevanti, che al momento sono insufficienti e ci lasciano con molte incognite.
Quinto: il rischio per la salute umana, la diffusione internazionale e il potenziale di interferenza con il traffico internazionale.
In poche parole, siamo di fronte, in questo momento, ad un focolaio che si è diffuso rapidamente in tutto il mondo.
Ciò è avvenuto attraverso nuove modalità di trasmissione, di cui si capisce ancora molto poco.
Il nostro Paese, l’Italia, è oggi al settimo posto in Europa, con ben 374 infezioni (la scorsa settimana erano 292). Duro appello degli esperti: potrebbe essere l’ennesima malattia infettiva emergente che ci pentiremo di non aver contenuto.