L’Autorità per l’energia ha pubblicato un comunicato in cui avverte tutti su cosa ci sta aspetta in autunno. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
A partire dal 1 Ottobre di quest’anno, il governo introdurrà ufficialmente il nuovo calcolo delle bollette per i cittadini, che sarà valido fino a gennaio del 2023. Una delle prime conseguenze è che l’aggiornamento delle fatture diventerà mensile e non verrà dunque più condotto su base trimestrale.
Ad annunciare ufficialmente l’entrata in vigore di queste nuove disposizioni è stata l’Arera, l’autorità garante per l’energia, che oltretutto lo ha fatto con toni quasi apocalittici.
Secondo l’autorità infatti, dobbiamo purtroppo prepararci ad affrontare un autunno davvero difficile a causa dello stallo sulle forniture energetiche che arrivano dalla Russia. La guerra in Ucraina iniziata dal Cremlino a fine febbraio, ha portato il vecchio continente ad affrontare una crisi geopolitica senza precedenti, in cui per la prima volta viene messa a rischio persino la possibilità per molti cittadini occidentali di riuscire a scaldarsi il prossimo inverno.
Se a questo aggiungiamo che, oltre alla scarsità delle risorse, il prezzo dell’energia non smette di scendere, possiamo ben comprendere quanto la situazione sia drammatica. E infatti l’Arera nelle scorse settimana ha inviato un documento ufficiale al governo, in cui lo informava di prepararsi a degli incrementi che non hanno precedenti nella storia del prezzo dell’energia.
La nuova stangata arriverà già nel mese di ottobre, e si tratterà probabilmente della prima vera grana politica che si troverà a fronteggiare il nuovo governo appena insediato. Anche perché, secondo alcune stime comunicate dall’autorità, nel prossimo trimestre gli aumenti saranno di oltre il 100 per cento rispetto a quello scorso.
Nel comunicato, l’Arera scrive che “l’attuale contesto di guerra ha determinato una situazione congiunturale di forte tensione, a livello nazionale e comunitario, sui mercati dell’energia, in particolare di quello del gas naturale, con prezzi nei mercati all’ingrosso che hanno superato i 200 euro/MWh“. Il vero timore a questo punto non è tanto per i prossimi mesi, ma che cosa accadrà invece a partire dall’inverno, quando la carenza di ags e questo abnorme aumento dei prezzi potrebbero diventare un mix letale per i consumatori italiani, molto più di quanto non lo sia adesso.
Di recente però il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha anche dichiarato che a suo parere, non vi è un vero pericolo di possibili razionamenti dell’energia durante l’inverno. Dal canto suo però, l’Arera rimarca come “forte incertezza circa la disponibilità effettiva di un’adeguata offerta di gas naturale per il prossimo inverno” comporta “difficoltà a reperire sui mercati all’ingrosso i volumi necessari per soddisfare la domanda, inclusa quella per uso domestico e, per molti clienti finali, a concludere contratti di fornitura per il prossimo anno termico”.
Alcune settimane fa, il governo guidato da Draghi e ormai dimissionario, aveva deciso di introdurre una nuova norma per scoraggiare questa speculazione selvaggia sui prezzi iniziata lo scorso anno. Per questo è stato ad esempio istituito un nuovo obbligo di trasparenza per i venditori di forniture energetiche. Questa prevede che nel momento in cui avviene il ricalcolo dei prezzi sulle tariffe di luce e gas, diviene obbligatorio informare il consumatore giustificando nella massima trasparenza possibile il modo in cui stanno avvenendo questi aumenti.
Una norma che però non evita in alcun modo che questi rincari ricadano in modo diretto e consistente sulle tasche dei cittadini. Il prossimo governo che si insedierà, a differenza forse di quello che afferma con troppa sicurezza Cingolani, dovrà comunque confrontarsi in modo convinto sul tema dei razionamenti. Negli ultimi consigli dei ministri ad esempio, si è discusso più volte delle necessità di ridurre gli standard di temperatura nei condomini e nei locali.
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