Questo è quanto emerge dagli ultimi dati diffusi a livello globale dall’organizzazione internazionale del lavoro.
La crisi economica mondiale che si è avuta a seguito della Pandemia, ha portato soprattutto disoccupazione.
Il fenomeno, ha colpito in maniera particolare i giovani. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto elaborato dall’organizzazione internazione del lavoro. I giovani, la cui situazione lavorativa era già precaria, tra contratti a progetto e lavoro a tempo determinato, con l’esplodere della pandemia hanno avuto le porte chiuse nel mondo del lavoro.
Stando ai dati elaborati dallì’istituto i giovani disocuppati nel mondo sono 75 milioni nel 2021. Inoltre, in questa fase emergenziale, è aumentata ancora di più la differenza tra donne e uomini. E’ cambiato anche il divario tra Paesi ricchi e poveri, poichè i primi avranno risorse maggiori per tornare in anticipo alla situazione pre pandemia.
Stando ai dati elaborati dall’istituto, la pandemia ha colpito in maniera spropositata i giovani. La crisi economica che si è avuta a seguito del covid, ha annullato tutti i progressi fatti a sostegno dei neet. Ossia quei giovani che non lavorano e non studiano. Questi sono saliti nel 2020 al 23,3%, il dato più alto da oltre 15 anni. Va addirittura peggio alle giovani donne. Si stima che su scala mondiale, solo il 22,7% delle donne sarà attiva nel mondo del lavoro. Rispetto al 40,3% che è il dato degli uomini. In sostanza, i giovani uomini hanno il doppio delle possibilità rispetto alle donne. Ovviamente, il divario è maggiore nei Paesi con un reddito medio – basso. Solo i Paesi con un reddito alto potranno raggiungere i livelli di disocuppazione pre pandemia già a partire dalla fine del 2022.
Il dato più positivo in Italia è la riduzione delle ore di cassa integrazione. Nel mese di luglio, sono scese del 19,4% rispetto ad dato di giugno. E’ addirittura del 79,7% rispetto a luglio del 2021. Questo vuol dire, che quantomeno chi era già occupato sta tornando alle ore abituali di lavoro.
In Europa e in Asia Centrale, la disoccupazione giovanile si trova al 16,4%, 1,5% in più rispetto alla media globale, che nel 2022 si è fermata al 14,9%. Ma soprattutto in Europa, il dato potrebbe essere peggiore nel 2023 a seguito della guerra tra Ucraina e Russia. Secondo i dati del report, il conflitto ha vanificato gli sforzi fatti, soprattutto per quanto riguarda la disocuppazione delle giovani donne. Preoccupante è il dato della disocuppazione giovanile in America Latina, con 20,5% nel 2022. Decisamente meglio, il dato dell’America del Nord, dove la disoccupazione tra i giovani è solo del 8,3%. Mentre, non sono incoraggianti i dati degli Stati Arabi. Qui la disoccupazione è del 24,8%, ed a farne le spese sono soprattutto le giovani donne. Discorso analogo per l’Africa, dove nel 2020 più di un giovane su cinque non aveva avuto nè l’istruzione e tantomeno un lavoro. Il dato è in costante crescita.
Stando ai dati diffusi dall’organizzazione internazionale del lavoro, ci saranno comunque nuove opportunità per i giovani. Queste derivano dai corposi investimenti fatti nell’ambito digitale e ecologico. Infatti, grazie a questi investimenti, il prodotto interno lordo globale salirà del 4,2% creando 139 milioni di posti di lavoro. Molti dei quali a favore dei giovani.
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