Non si tratta della prima vittoria al gratta e vinci per il fortunato signore che già lo scorso anno aveva avuto una buona dose di fortuna
Stavolta però la cifra è decisamente più consistente e nonostante abbia deciso di rimanere nell’anonimato non ha potuto fare a meno di esternare la propria gioia.
Vincere una cifra consistente al gratta e vinci o in generale al gioco è già una bella fortuna, ma rivincere dopo un anno e anche di più è davvero incredibile da credere. Eppure è successo davvero ad un signore di 58 anni ad Ocean City nel Maryland.
Andiamo a vedere la sua curiosa storia e soprattutto quanto ha intascata nelle due occasioni in cui ha acquistato i biglietti vincenti. Tutti i dettagli dell’incredibile vicenda.
Gratta e vinci: l’incredibile “favola” di un 58enne statunitense
L’uomo, un insegnante residente di Reisterstown (la cui identità resta comunque anonima) lo scorso anno ha vinto 10.000 dollari giocando al Racetrax secondo quanto affermato dai funzionari della lotteria.
Stavolta invece con un biglietto del Gold Rush della Maryland Lottery da 10 dollari è tornato a casa con circa 250.000 dollari. Tutta un’altra storia rispetto alla precedente vincita. Una somma che non gli ha consentito di trattenere l’entusiasmo.
A tal proposito ecco cosa ha detto dopo aver realizzato il tutto: “È stato troppo eccitante, molto di più rispetto alla prima volta. Ho svegliato mia maglie per dirle che avevo vinto”. Ha poi proseguito rivelando che una parte del gruzzoletto lo utilizzerà per aiutare i suoi figli, mentre il resto andrà nel suo fondo pensione. Per concludere ha poi dichiarato: “Si tratta di una bella somma. Darà ancor più sicurezza alla nostra vita da un punto di vista finanziario”.
Una buona notizia anche per il negozio di alimentari Acme dove l’uomo ha acquistato il titolo che riceverà un bonus di 1000 dollari dalla lotteria, come previsto dalla prassi. Tornando al protagonista, questo è l’esempio lampante di come la fortuna alle volte sia troppo benevola con alcuni e decisamente avara con altri. Un particolare che la dice lunga su come il gioco debba essere visto appunto come qualcosa di imponderabile e non come una possibile fonte di approvvigionamento.
