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Acqua nelle bottiglie di plastica, le prove inquietanti: che cosa beviamo

Published by
Antonio Pilato

Andiamo a vedere in che maniera può essere realmente nocivo bere l’acqua nelle bottiglie di plastica. Cosa bisogna sapere a riguardo

I risultati dei test e degli ultimi studi sono piuttosto emblematici in tal senso. Cerchiamo di analizzarli per capire a quali aspetti bisogna prestare attenzione.

Fonte Adobe Stock

L’acqua nelle bottiglie di plastica sono piuttosto deleterie per l’ambiente. Purtroppo però a differenza di altri casi è difficile accantonarle del tutto. La produzione di acqua in vetro è infatti più dispendiosa e soprattutto è un materiale scomodo per il consumatore finale.

A prescindere da ciò bisogna pensare bene agli effetti sulla salute delle persone visto che può essere davvero pericoloso consumare troppa acqua derivante dalle bottiglie di plastica.

Acqua nelle bottiglie di plastica, fa male? I risultati degli esperimenti

Quella nelle confezioni PET (polietilene tereftalato) ad onor del vero non è propriamente tossica. Se però viene tenuta al caldo come può avvenire nel periodo estivo, il discorso cambia e anche di molto.

Per questo sugli involucri delle bottiglie può capitare di trovare la dicitura “Conservare in un luogo fresco, asciutto, pulito e senza odori, al riparo dalla luce solare e da fonti di calore”. Ciò senza considerare il problema delle microplastiche, su cui però sono ancora in corso gli approfondimenti del caso.

Sulla tematica però recentemente è stato condotto uno studio in Francia. L’associazione Agir pour l’Environnement, da anni impegnata nella lotta alla plastica ha confermata la presenza, anche piuttosto diffusa, delle microplastiche nell’acqua venduta nelle bottiglie di plastica. 

Le sostanze trovate in 7 casi su 9 sono polipropilene (PP), polietilene (PE), poliuretano (PU), polietilene tereftalato (PET). Gli studi di settore hanno appurato che questa migrazione di particelle dalla plastica all’acqua può avvenire facilmente a temperature elevate.

Un altro lavoro relativo a questa problematica condotto in Qatar e pubblicato su Environmental Monitoring and Assessment ha analizzato la quantità di antimonio (classificata come potenzialmente cancerogena per il genere umano) nelle acque in plastica esposte al sole tra i 24° e i 50°. Naturalmente più ci si avvicina a quest’ultima soglia più è elevata la concentrazione del composto nella bevanda.

Ancor più deleterie sono le bottiglie di plastica riutilizzabili. Una ricerca condotta da alcuni studiosi dell’Università di Copenaghen ha portato alla luce dei dati piuttosto allarmanti. Sono infatti state rinvenute fino a 400 sostanze diverse e più di 3500 dopo il lavaggio in lavastoviglie. 

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Antonio Pilato

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