La proposta era stata lanciata qualche mese fa da Mario Draghi ma soltanto adesso, sembra che vi sia un interesse concreto da parte dell’Ue nel prenderla in considerazione.
Se ne parlava ormai da mesi, e adesso sembra che l’ipotesi di mettere un tetto al prezzo del gas, a causa dei continui rincari che stanno mettendo in ginocchio milioni di persone in tutta Italia, potrebbe diventare realtà.
Una proposta che sembrava inizialmente di difficile realizzazione, visto il veto che era stato messo dai paesi del nord a una misura di questo tipo.
Nella proposta di Draghi c’è anche l’idea di sperare il mercato elettrico da quello del gas
Adesso per sembra cambia tutto, visto che, a riguardo, è arrivata l’inattesa apertura della Germania, anch’essa ormai stremata da fatture energetiche sempre più alte per i consumatori. Il nuovo consiglio europeo si terrà il 9 settembre, e sarà quello il momento in cui si capirà se vi è realmente disponibilità tra gli stati membri, ad attuare questa misura. La parola d’ordine resta però prudenza, come ha fatto filtrare Palazzo Chigi, appena questa indiscrezione è uscita.
La proposta di Mario Draghi è però sul tavolo di Bruxelles ormai da mesi: bisogna secondo il premier separare il prezzo del gas da quello dell’elettricità, unica soluzione possibile per calmierare il mercato mondiale. Anche perché l’inverno è ormai alle porte e tante nazioni hanno iniziato a parlare apertamente ai cittadini di razionamento energetico, e in Germania a breve saranno applicate le prime misure a riguardo.
Tetto al prezzo del gas, la Von der Leyen promette una riforma per affrontare la crisi energetica
Così come in Francia si è ad esempio già deciso di stoppare l’illuminazione notturna degli edifici.
Per questo, come ha dichiarato la stessa Presidentessa Ue Ursula Von der Leyen, in uno dei suoi ultimi interventi. stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica. Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo. Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%”.
Mettere fine alla dipendenza dal gas russo sembra dunque la priorità per il vecchio Occidente, culmine di questo scontro con Mosca iniziato con la decisione di Putin di invadere l’Ucraina.