I continui rincari degli ultimi mesi non si fermano, e adesso l’ipotesi di andare incontro a un lockdown energetico in inverno è sempre più concreta
La guerra del gas sta ormai portando l’intero Occidente alla consapevolezza che forse per l’inverno che sta per arrivare, un lockdown energetico non è più evitabile.
Una consapevolezza strana da sostenere, considerando che fino a tre anni fa, nessuno aveva mai nemmeno sentito la parola lockdown, e si viveva nella totale convinzione di risiedere in un posto libero, in cui nessun tipo di confinamento di massa tra esseri umani era permesso nell’ultimo secolo.
Una realtà che abbiamo invece visto completamente ribaltata con l’avvento del Covid, che per la prima volta ha mostrato quando invece la nostra libertà può essere limitata dalle contingenze del presente. E dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il costo dell’energia ha iniziato a salire senza più fermarsi. Anche se va spiegato che il vero problema al momento riguardano le forniture.
In questo scontro con l’Occidente infatti, Putin sta gradualmente diminuendo le forniture versi le nazioni europee, che però continuano a restare strettamente dipendenti da Mosca in tal senso. Persino una nazione avanzata come la Germania non ne può fare a meno.
Stesso discorso vale per il nostro paese, dove un rischio di lockdown energetico tra qualche mese non è mai stato così reale. Basti solo pensare all’ultimo report fornito dall’Arera, che parla chiaramente di bollette in ottobre che vedranno il loro costo raddoppiare nuovamente con un serissimo rischio chiusura per oltre 120 mila aziende sul territorio. Per questo tantissime nazioni hanno già preso le prime misure in merito, come la scelta di diminuire le illuminazioni di città e paesi durante la notte, già intraprese in tanti comuni francesi ma anche italiani.
C’è poi la proposta di diminuire di due gradi centigradi la temperatura entro cui possono essere riscaldate le abitazioni private, che però non ha ancora trovato una sua concretezza legislativa. Arrivati alla metà del mese di settembre, si terrà un’importantissima riunione del consiglio europeo per discutere delle nuove e urgenti misure da adottare per fare fronte ad una crisi energetica, che purtroppo sembra soltanto al suo inizio.
Il governo Draghi, ormai dimissionario, può fare ben poco e sarà importante in tal senso capire invece cosa farà l’esecutivo che si insedierà dopo le elezioni.
Di sicuro si ritroverà a gestire una questione delicatissima e drammatica, con milioni di famiglie ormai stremate economicamente da questi continui rincari. Basti solo pensare che, rispetto allo scorso anno, oggi una famiglia che risiede in Italia sta pagando almeno mille euro in più per le utenze di luce e gas. Un numero che, come si accennava in precedenza, a partire da ottobre è destinato a raddoppiare.
Il problema, come fa notare una recente ricerca prodotta dall’associazione Assoutenti, è che la situazione nel 2023 non sembra destinata a migliorare: “Gli analisti annunciano tensioni sulle quotazioni dell’energia che proseguiranno anche nel corso del nuovo anno. Considerando l’attuale andamento in forte rialzo dei prezzi di luce e gas, in assenza di un blocco nazionale o europeo delle tariffe e di interventi efficaci di contrasto, nel 2023 il conto per le forniture energetiche potrebbe raggiungere i 5.266 euro a famiglia: 3.052 euro per la bolletta del gas, 2.214 euro per quella della luce, con una crescita della spesa energetica del +300% rispetto al 2020”.
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