E’ possibile conoscere quanto presente nelle banche dati tramite un apposita richiesta inviata tramite email.
I consumatori, spesso decidono di fare richiesta per un prestito personale o accedere ad un mutuo per finanziare l’acquisto di beni di prima necessità.
Il prestito personale, solitamente, è utilizzato per importo bassi. Ad esempio per acquistare un automobile, arredare o ristrutturare la propria abitazione. Salendo con l’importo che si richiede si può accedere ad un mutuo, che solitamente viene fatto per finanziare l’acquisto di un’abitazione. Ovviamente, è importante pagare le rate all’istituto di credito che ha concesso il finanziamento, con la massima puntualità. Laddove questo non avviene, si può essere segnalati in Crif.
Quando si parla di Crif, si fa riferimento ad una banca dati dove sono vengono indicati i finanziamenti fatti e lo storico di ogni pagamento. Da qui, si potrà verificare quante rate sono state pagate in ritardo e con quanti giorni questo è avvenuto. Ovviamente, laddove il cliente non riuscirà più a pagare il finanziamento, risuletrà essere un cattivo pagatore. Questo, comporterà una chiusura da parte delle banche. Infatti, prima di approvare un finanziamento, tutte le banche fanno i controlli in Crif. Laddove, il sistema rileverà delle anomalie, la nuova richiesta verrà respinta.
Solo la cessione del quinto, può essere richiesta anche con una segnalazione in Crif. Questo, poichè la rata viene trattenuta direttamente sulla busta paga del dipendente. A garantire quindi, non sarà più il cliente, ma l’azienda per cui lui lavora. Infatti, la cessione del quinto può essere richiesta solo dai dipendeti delle grandi aziende, dai dipendeti statali o dai pensionati tramite l’Inps.
Stando a quanto stabilito dal Garante della Privacy, esistono dei tempi precisi per la permanenza dei dati nelle banche dati pubbliche. Trascorso questo periodo, i dati dovranno essere rimossi, permettendo quindi al cliente di poter eseguire delle nuove richieste. I tempi di cancellazione variano in base alla gravità dell’inadempimento che è stato fatto. Nel dettaglio, quando non viene rimborsato un debito, la segnalazione sarà presente per un massimo di tre o cinque anni, dalla scadenza del contratto. Nel caso di un ritardo di pagamento di due rate o due mesi, la segnalazione dura un anno dal saldo della quota dovuta. Qualore le rate di ritardo sono superiori a due mesi, allora il tempo sale a due anni.
Nel caso che si richiede un prestito, i dati resteranno registrati per i successivi 180 giorni. Mentre se la banca avrà rifiutato il finanziamento o il cliente deciderà di rinunciare, il termine scenderà a 90 giorni. Qualora il prestito è stato pagato senza ritardi, i dati resteranno registrati per un massimo di cinque anni dalla sua conclusione.
E’ importante ricordare, che chiunque può verificare i dati presenti in banca dati Crif. Per farlo, è necessario accedere al sito modulorichiesta.crif.com e compilare il modulo. Una volta compilato, andrà inviato insieme ai propri documenti anagrafici all’indirizzo email indicato. La richiesta è gratuita, così nel giro di 10 giorni il sistema invierà sulla mail personale del richiedente il report contenente tutti i dati relativi ai finanziamenti fatti nel corso degli anni e come questi sono stati pagati.
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