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Gas e riscaldamenti, situazione sempre più pesante: a settembre si decide tutto

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Marco Infanti

Gas, nei prossimi giorni si terrà un importantissimo consiglio europeo in cui si potrà capire la prossima mossa del vecchio continente in questa guerra del gas. Il rischio di non avere abbastanza gas per fronteggiare l’inverno è più che mai reale. 

Tra qualche giorno, precisamente il 9 Settembre del 2022, a Bruxelles si terrà una riunione tra i Ministri dell’Energia che non è esagerato definire storica.

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La decisione di Putin di invadere l’Ucraina a fine febbraio, ha dato inizio a uno scontro tra la Russia e l’Occidente che sembra purtroppo molto lontano dal suo epilogo, e che si è rapidamente tramutato in una vera e propria guerra del gas. 

Gas, in Italia migliaia di imprese a rischio chiusura: ecco perché il vertice Ue di settembre è così importante

La Russia sta gradualmente interrompendo le forniture ed è di questi giorni la decisione della Gazprom di interrompere tanti dei flussi che arrivano dal North Stream 2 a causa delle sanzioni. Insomma, la situazione è incandescente dal punto di vista geopolitico, e il rischio che molte nazioni del vecchio continente possano ritrovarsi con esigue scorte di gas per fronteggiare l’inverno, è più che mai concreto.

Il tema principale di cui si discuterà a Bruxelles è quello di imporre un tetto al prezzo del gas per provare a calmierare una situazione che sta diventando ingestibile. Sono migliaia in Italia ad esempio le imprese che minacciano la chiusura a settembre a causa di bollette di luce e gas che nell’ultimo anno sono sostanzialmente decuplicate. Difficile che una decisione vera venga presa già il 9 a riguardo, ed è invece molto più probabile che sarà il 14 Settembre il vero giorno in cui alcune proposte andranno discusse in modo molto più serio. 

Tetto al prezzo del Gas, la Germania si oppone a questa misura: il motivo

Bisognerà però fare i conti con le resistenze della Germania, paese che all’interno dell’Ue insieme alla Francia riveste un ruolo dominante in quanto a influenza. La questione oltretutto è molto più difficile da risolvere in tal senso di quanto si possa supporre, anche perchè bisogna fare i conti con una decisione presa lo scorso anno dalla Commissione Europea, e che purtroppo, alla luce di quanto accaduto in seguito, si è rivelata scellerata.

Nel 2021 infatti, l’Ue aveva deciso di chiedere alla grandi compagnie produttrici di rinunciare a sottoscrivere dei contratti di fornitura a lungo termine con la Russia, favorendo invece il più possibile gli scambi quotidiani. Una mossa che va letta come una diretta risposta alla scelta di Putin di iniziare a ridurre le forniture di gas a causa delle sanzioni. Le compagnie hanno fatto quanto stabilito dall’Unione Europa, ma il problema è che in questo modo, si è inevitabilmente esposto il prezzo dell’energia a variazioni quotidiane molto più frequenti.

Ma come funzionerebbe nello specifico questo ipotetico tetto al gas? 

Quali sono i timori della Germania, e perchè mettere un tetto al prezzo del gas può avere conseguenze impreviste

Nei fatti, si imporrebbe all’azienda di non acquistare il gas oltre un tetto massimo di prezzo stabilito. La Commissione Europea però fa anche presente che in questo modo i consumi di gas della popolazione tornerebbero ai livelli pre-guerra e questo favorirebbe la Russia. Il timore della Germania è invece che di fronte a questa decisione, Putin a quel punto potrebbe decidere di tagliare totalmente le forniture.

E questo, persino per un paese avanzato come quello tedesco, sarebbe una rovina economica senza precedenti. C’è anche il rischio che questa misura possa scoraggiare i fornitori che possono essere alternativi a Mosca, come il Qatar, a non continuare i rapporti commerciali, scoraggiati dallo scarso profitto che se ne può trarre.

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Marco Infanti

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