Un nuovo studio uscito nei mesi scorsi ha permesso di capire meglio in che modo si forma l’aurora boreale nei nostri cieli dopo una tempesta geomagnetica.
L’aurora boreale è uno degli spettacoli più affascinanti e colorati che la natura è in grado di offrirci.
E anche per questo si tratta di un fenomeno che viene spesso studiato dagli scienziati, nel tentativo di capire cosa stia alla base di un fenomeno così affascinante che riempie gli occhi meraviglia a guardarlo dal vivo.
Aurora Boreale, cosa hanno scoperto il team di ricerca dell’Università dell’Iowa
Da dove nascono le aurore boreali? Nelle ultime settimane è uscito un interessantissimo studio scientifico, avvia da una squadra di ricerca composta fisici finanziati dall’Università dell’Iowa, che aveva precisamente lo scopo di comprendere meglio le modalità con cui nasce si forma un aurora boreale. E i risultati ottenuti dai ricercatori sono molto interessanti.
In primo luogo sono emerse alcune prove molto importanti che sembrano dimostrare in modo categorico come le aurore boreali nascano da delle onde elettromagnetiche molto potenti, che si verificano durante le tempeste geomagnetiche. Questa in realtà era un’osservazione conosciuta e condivisa nel mondo scientifico, ma non esistevano ancora delle prove risolutive in merito.
In questo studio i fisici sono riusciti ad appurare che le onde di Alfven hanno la capacità di far accelerare durante le tempeste geomagnetiche gli elettroni che viaggiano in direzioni della terra, ed è questo il meccanismo che permette che le particelle si mostrino ai nostri occhi con luci atmosferiche di mille colori.
Ecco come si forma davvero un’aurora boreale secondo gli scienziati
La ricerca scientifica a cui stiamo facendo riferimento è stata pubblicata nella data del 7 Giugno 2022 sulla prestigiosa rivista Nature Communication. Il team quando ha iniziato è partito naturalmente da basi solide, e ad esempio si era già a conoscenza del fatto che la particelle cariche che vengono espulse dal sole si infrangono a un certo punto contro l’atmosfera superiore finendo con lo scontrarsi con molecole di ossigeno e azoto.
L’impatto le lascia in uno stato di eccitazione che dà inizio all’aurora boreale per come la conosciamo. Un’idea che era stata avanzata la prima volta alcuni decenni fa dal mondo della scienza, e che adesso inizia, grazie al progresso tecnologico, a trovare le sue prime conferme empiriche.