Il Superbonus si avvia lentamente verso la sua conclusione, dopo spese altissime come dimostrano i dati ENEA
Il Superbonus per gli interventi di risparmio energetico sulla abitazioni ha fatto spendere allo stato 43 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati ENEA.
La misura si sta lentamente avviando verso la sua conclusione, con una progressiva riduzione degli importi rimborsati e quindi delle spese per lo stato. Le tempistiche però potrebbero dipendere da chi governerà dopo le elezioni del 25 settembre.
I nuovi dati ENEA, l’Agenzia Nazionale per lo sviluppo delle nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, rivelano quanto ha speso lo stato per finanziare il Superbonus fino a questo momento. Al 31 agosto, il buco causato da questa misura era di 43 miliardi di euro, il 70% dei quali destinati a lavori già conclusi.
Di questi, circa 20 miliardi sono stati investiti in edifici condominiali, 13 dei quali per lavori ancora in corso. I condomini sono stati il centro della seconda fase del Superbonus, e saranno gli edifici che potranno usufruire della misura per il maggior tempo.
Per quanto riguarda invece le villette e gli edifici unifamiliari e plurifamiliari indipendenti, la spesa totale per lo stato è stata di circa 23 miliardi, 16 dei quali per interventi ancora in via di realizzazione. Queste tipologie di edifici saranno le prime a vedere il Superbonus prima ridursi e poi sparire.
Come già detto il Superbonus si avvierà nei prossimi anni alla conclusione. Si tratta infatti di una misura straordinaria, fatta per dare impulso all’economia dopo la pandemia e migliorare uno dei principali asset delle famiglie italiane, la casa. La prima tipologia di abitazioni a risentire della fine del Superbonus saranno le villette, poi arriverà anche il momento dei condomini.
Le abitazioni indipendenti potranno usufruire del Superbonus solo fino alla fine del 2022, ammesso che abbiano concluso il 70% dei lavori entro il 30 settembre di quest’anno. Da quel momento non sarà più possibile chiedere questo sconto fiscale. Questa decisione è stata presa dal governo Draghi perché queste abitazioni sono di solito in possesso di una classe più abbiente. Quindi il Superbonus in questo caso forniva fondi a chi in teoria avrebbe comunque dovuto averli.
Sarà più lunga invece la vita del Superbonus per i condomini e le abitazioni plurifamiliari. In questo caso infatti la misura continuerà ad esistere fino al 2025, ma con alcune modifiche. Fino al 2023 il Superbonus continuerà a restituire il 110% dei costi dei lavori, ma a partire dal 2024 la percentuale sarà abbassata al 70%, per raggiungere il 65% nel suo ultimo anno di vita, il 2025.
L’unica costante di quest’ultima legislatura è stata la presenza la governo del Movimento 5 Stelle. Il partito passato sotto il controllo di Giuseppe Conte è il principale sostenitore del Superbonus. Se dovesse vincere, potrebbe estenderne la durata, anche per le villette, proprio perché questa misura è considerata un cavallo di battaglia del Movimento.
Una vittoria dei 5 Stelle è però molto poco probabile, non solo per quello che dicono i sondaggi ma perché, presentandosi da solo, ha poche possibilità di prevalere con una legge elettorale che favorisce le grosse coalizioni. In ogni caso, nessuna forza politica è fortemente opposta al Superbonus, e la situazione non dovrebbe comunque cambiare da quella descritta nei paragrafi precedenti.
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