Alcuni tipi di pensione erogata dall’INPS non sono diritti acquisiti, ma richiedono la presentazione all’Istituto della propria situazione di reddito. Se non si adempie a questa scadenza si rischia la sospensione e la revoca.
Pensione di invalidità e assegno sociale sono particolari tipi di pensione erogati dall’INPS, che sono soggetti a condizioni.
Se non si presentano i documenti adatti per dimostrare che si soddisfano queste condizioni, questi assegni possono essere prima sospesi e poi revocati. È però possibile difendersi da questa revoca, che solo quest’anno riguarderà oltre 35.000 persone. Ecco quali moduli inviare all’INPS per non vedere revocata la propria pensione.
INPS, per chi pensione di invalidità e assegno sociale sono a rischio
Pensione di invalidità e assegno sociale vengono erogate soltanto a colo che rispettano determinati requisiti di reddito. Questi requisiti vengono verificati tramite il modulo Red, che va inviato all’INPS. L’Istituto provvede poi a verificare la propria posizione e erogare il sussidio previdenziale.
Se non si presenta questa documentazione il rischio è quello di vedere la propria pensione prima sospesa e poi revocata. Questo procedimento non è istantaneo però. Per prima cosa, l’INPS agisce solo contro coloro che non presentano nessuna dichiarazione del reddito per cinque anni. Quest’anno quindi l’Istituto andrà a sospendere o revocare le pensioni che hanno presentato un Red nel 2018 l’ultima volta.
Anche una volta iniziato il procedimento contro questi percettori, la revoca non è automatica. Prima di tutto sono passibili di revoca solo i percettori della pensione di invalidità da 28 a 67 anni e quelli dell’assegno sociale fino a 80 anni. A costoro l’INPS manderà un avviso per raccomandata, che comunica la sospensione della pensione. Da quel momento i percettori hanno a disposizione 120 giorni, quindi quattro mesi, per mettersi in regola. In caso contrario la loro pensione di invalidità o il loro assegno sociale sarà permanentemente revocato.
Come evitare la revoca della pensione di invalidità e dell’assegno sociale
È però possibile difendersi da questi provvedimenti. Non esiste infatti una data oltre la quale non è più possibile presentare la propria situazione reddituale, che non sia quella della revoca della pensione. Quindi fino a cinque anni e quattro mesi dalla fine del 2018 sarà possibile ancora mettere in regola la propria posizione con l’INPS, e evitare di perdere la propria pensione di invalidità o assegno sociale.
La prima cosa da fare è avviare la ricostruzione reddituale. Si tratta di un procedimento con cui è possibile risalire alla propria situazione reddituale passata, e ottenere i dati necessari ad evitare la revoca della pensione. Per presentare questa domanda è necessario avere i dati reddituali dell’anno che si vuole ricostruire, in questo caso il 2018. Ottenuti questi dati, si può contattare l’INPS al numero verde dell’Istituto o presso il portale internet MyInps.
Attenzione però, in caso non si provvedesse a queste procedure, la sospensione e la revoca della pensione non sono le uniche pene a cui si va incontro. L’INPS infatti considererà le pensioni erogate come illegittime, e procederà a recuperare l’importo versato. C’è il rischio quindi di dover pagare cinque anni di pensione all’INPS.