Alcune prestazioni assistenziali sono elargite dall’INPS in base al reddito. L’Istituto ha fatto sapere il numero di persone che non lo comunicano dal 2018. Questi pensionati quindi rischiano di vedersi la pensione di invalidità sospesa o addirittura revocata. Ecco come evitarlo.
Non tutte le pensioni di invalidità dipendono solo dal proprio punteggio. Alcune sono legate al reddito.
Si tratta di alcune indennità particolari che tengono conto delle entrate della persona che riceve la pensione. Se questa non comunica il reddito, rischia in cinque anni non solo di perdere la pensione di invalidità, ma di dover restituire all’INPS quelle passate. Ma è possibile evitare che questo accada.
Esistono alcuni casi in cui l’INPS chiede al cittadino titolare di una pensione il proprio reddito come requisito per continuare a percepire il sussidio. Questo non accade per le normali pensioni di invalidità, ma soltanto per alcuni assegni specifici. Si tratta delle prestazioni d’invalidità civile come la pensione d’inabilità, dell’assegno mensile di assistenza, della pensione ai ciechi civili, della pensione ai non udenti e dell’assegno sociale.
Un cittadino titolare di queste pensioni deve presentare ogni anno all’INPS la propria situazione reddituale per continuare a percepire la pensione di invalidità. Dopo cinque anni di inadempienza, l’Istituto può rivalersi sul pensionato prima sospendendo l’assegno, e in seguito in alcuni casi anche chiedendo il risarcimento di quanto versato.
In un comunicato recente, l’INPS ha informato i cittadini che ci sono 36.000 posizioni relative a questi sussidi che non presentano il proprio reddito dal 2018. Per questa ragione saranno esclusi dalla pensione di invalidità, che sarà prima sospesa e poi, in caso di mancata regolarizzazione della posizione, completamente annullata. Questo vale soltanto per chi, percependo questo tipo di pensione di invalidità, sia ancora considerato in età lavorativa.
Per evitare che la pensione di invalidità venga sospesa e poi revocata a causa di queste inadempienze, è sempre possibile procedere alla consegna dei propri redditi passati. L’INPS infatti mette a disposizione un procedimento per riparare a queste situazioni, e riprendere a percepire la propria pensione. Si tratta della ricostruzione reddituale, tramite cui si possono segnalare i redditi degli anni precedenti.
Devono procedere alla ricostruzione reddituale coloro che hanno ricevuto l’avviso di sospensione della propria pensione di invalidità da parte dell’INPS. Questo avviso deve avvenire obbligatoriamente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta ricevuta questa raccomandata, il pensionato che non ha presentato i propri redditi ha sessanta giorni per ricostruire la propria posizione reddituale degli anni passati, e presentare i documenti mancanti all’INPS.
Per operare questo procedimento bisogna utilizzare i moduli presenti sul sito dell’INPS, alla propria pagina personale MyInps. Per accedervi è sufficiente utilizzare lo SPID, la CIE, la carta di identità elettronica, oppure un qualsiasi altro servizio che certifichi la propria identità digitale. Una volta messa in regola la propria posizione con tutti i dati degli anni passati si ricomincerà a ricevere la pensione, evitando contestualmente che questa venda del tutto revocata.
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