Breve guida alla Legge 104/92, utile a comprendere le categorie beneficiarie e l’iter necessario al riconoscimento di handicap.
Anche detta “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, la Legge 104/92 è destinata a chiunque presenti disabilità riconosciute o debba prestare assistenza a familiari che ne abbiano. I benefici includono agevolazioni sul lavoro, ottenibili una volta completato, con esito positivo, l’iter amministrativo di seguito presentato.
Come già anticipato, due sono i destinatari delle agevolazioni:
Come già detto, la presenza di handicap o handicap grave dev’essere accertata. A questo proposito, le tabelle ministeriali chiariscono quali patologie siano incluse nella Legge, con ulteriori dettagli quali l’influenza dell’handicap sulla capacità lavorativa e la percentuale di invalidità. Per citarne alcune:
Inoltre, nel caso in cui una certa patologia non figurasse nelle tabelle, sarà il personale medico a valutare infermità e gravità della situazione.
Prima di tutto, richiedere e ottenere dall’INPS il riconoscimento di handicap grave. In seguito, il familiare che dovrà prestare assistenza all’interessato, dovrà richiedere l’estensione dei benefici della Legge, con una seconda domanda all’INPS e al proprio datore di lavoro. Poiché sarà l’INPS a pagare i permessi al lavoratore, tramite il datore. Approfondiamo qui di seguito la procedura.
Il comma 3, dell’articolo 3 della Legge chiarisce che, dopo aver individuato la propria patologia, corredata da tutta la documentazione medica attestante visite ed esiti, è necessario recarsi dal proprio medico curante. Quest’ultimo compilerà una certificazione medica sul sito dell’INPS, contenente la diagnosi. Se presenti, il medico dovrà anche indicare condizioni di particolare gravità, come patologie oncologiche, anticipando la convocazione della visita all’INPS entro 15 giorni.
Nel frattempo, l’interessato dovrà procedere col primo step indicato nel precedente paragrafo: la compilazione della domanda sul sito INPS. È importante farlo entro 90 giorni, periodo durante il quale la certificazione medica rimane valida.
A questo punto, è il momento di prenotare una visita medica presso la Commissione dell’Azienda USL. Per farlo, è sufficiente scegliere una delle date disponibili indicate sul sito dell’INPS. La visita deve avvenire entro 30 giorni dalla presentazione della domanda, ridotto a 15 nei casi prima citati. In entrambi i casi, andrà portata con sé la dichiarazione telematica compilata dal medico curante.
La Commissione, conclusa la visita, consegnerà due verbali all’interessato, il primo riportante i suoi dati, il secondo con l’esito, che potrà essere:
Se il verbale è approvato all’unanimità, potrà essere convalidato dal Responsabile del Centro e diventare definitivo. Al contrario, senza unanimità, il Responsabile potrà o convalidarlo entro 10 giorni o richiedere una nuova visita entro 20 giorni.
Inoltre, una volta determinato lo stato di handicap, il verbale potrà essere soggetto a revisione, con una nuova visita, oppure ad aggravamento, richiesto dall’interessato stesso.
Può accadere che l’interessato non sia d’accordo con quanto scritto nel verbale, ha quindi il diritto di fare ricorso. Ciò dovrà avvenire entro 6 mesi dal primo esito e coinvolgerà la figura del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU). Sarà lui, insieme a un medico legale dell’INPS a stilare una perizia. Questa potrà essere contestata dalle parti entro un termine fissato dal giudice, non superiore a 30 giorni, dando inizio a un ricorso. In caso di mancata contestazione, la relazione diventa invece inappellabile.
Una volta attestato l’handicap dell’interessato, i parenti chiamati ad assisterlo potranno richiedere permessi retribuiti dal lavoro, tramite il sito INPS, con accesso SPID, CIE o CNS. In alternativa, attraverso il patronato o contattando il numero 803.164. Una seconda richiesta andrà poi inviata al datore di lavoro, per l’ottenimento dei permessi.
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