Samantha Cristoforetti è diventata capitano della Stazione Spaziale Internazionale da pochi giorni, nel contesto della Missione Minerva. Partita il 27 aprile alla volta della stazione orbitante, l’astronauta italiana ha preso il comando delle operazioni dopo mesi di permanenza tra gli astronauti.
Ma cosa mangiano gli astronauti durante la loro permanenza sulla stazione spaziale internazionale?
Il cibo che viene trasportato nello spazio risponde a diverse esigenze allo stesso tempo. Prima di tutto deve fornire tutti i nutrienti necessari agli astronauti per sopportare le condizioni estreme a cui sono sottoposti e il lavoro che devono svolgere. Poi deve limitare peso e spazio occupato, un problema molto sentito dagli ingeneri spaziali che devono far volare i razzi. Infine deve essere facilmente conservabile, perché non ci sono frigoriferi sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Ogni lavoro richiede un certo apporto calorico per essere svolto dal nostro corpo, e gli astronauti non fanno eccezione. Le calorie fornite dal cibo misurano l’energia che il nostro corpo spende, e di cui ha quindi bisogno. Per gli astronauti è importante mantenere un apporto calorico adatto anche in condizioni di microgravità
La microgravità, condizione presente nella stazione spaziale a causa della sua rotazione attorno alla Terra e altissima velocità, è molto utile per gli esperimenti che gli astronauti conducono, ma cambia radicalmente la vita degli abitanti della stazione spaziale. Dormire, mangiare e fare tutte le attività quotidiane diventa complesso, e questo aumenta il fabbisogno calorico.
Se per le donne che svolgono normali lavori sulla terra il fabbisogno si limita a 1600 Kcal al giorno, nello spazio la nostra Samantha Cristoforetti necessita di ben 300 Kcal in più, fino a 1900 ogni 24 ore. Va peggio ai suoi colleghi maschi, meno efficienti nel consumo delle calorie, che spendono fino a 3200 Kcal al giorno per le proprie attività.
Oltre a questo il cibo spaziale deve garantire una corretta alimentazione, per mantenere gli astronauti in salute durante tutta la missione e garantire la loro salute fisica e mentale. Per questa ragione viene calcolato il giusto apporto di proteine e vitamine, oltre a quello energetico.
Ma come detto ci sono molte esigenze a cui il cibo spaziale deve rispondere oltre a quelle degli astronauti. Far staccare un razzo da terra è molto più complesso di quanto sembri, e gli ingegneri sono sempre alla ricerca di modi per ridurre il carico dei loro razzi. Per questa ragione i rifornimenti alla stazione spaziale sono tutti liofilizzati.
Privandoli dell’acqua, questi cibi pesano molto meno e occupano molto meno spazio. Questo rende i lanci molto più efficienti, e meno dispendiosi per le agenzie spaziali. Inoltre i cibi sono praticamente tutti precotti, per rispondere ad un’altra esigenza importante della Stazione Spaziale Internazionale: la conservazione.
Nello spazio infatti non esistono frigoriferi per il cibo. Il consumo di energia della stazione spaziale, alimentata soltanto dai propri pannelli solari, è estremamente controllato, e un sistema di refrigerazione per alimenti sarebbe uno spreco che gli astronauti non si possono permettere. Esiste però, come mostrato in alcuni video dalla stessa Samantha Cristoforetti, un piccolo forno per scaldare i cibi.
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