Cambiano le regole del codice della strada. Tra le molte novità rivolte soprattutto alla sicurezza e alla mobilità sostenibile, c’è anche la semplificazione delle misure per ricevere la patente di guida. Rivoluzione soprattutto nel mondo delle moto, dove per alcune patenti non sarà più necessario l’esame pratico.
La patente per guidare le moto è abbastanza complessa da ottenere, soprattutto se si vuole poter guidare ogni tipo di motociclo.
Un tempo la patente B permetteva di guidare qualsiasi mezzo. Oggi non solo le moto hanno le loro patenti indipendenti da quelle dell’automobile, ma sono ben tre, a cui si aggiunge il patentino per i motorini. Un percorso che può accompagnare il centauro da 14 fino ai 24 anni, fatto di esami teorici e di guida. Almeno così era prima dell’ultima riforma del codice della strada.
Patente A, tutte le suddivisioni
Le patenti per guidare i motocicli e i ciclomotori ricadono sotto la lettera A, e si dividono in quattro tipi diversi. Il primo tipo, distaccato per la normativa dagli altri, è il patentino per i ciclomotori. Può essere ottenuto infatti a soli 14 anni, senza bisogno di prova pratica, e permette di guidare quelli che in genere sono chiamati motorini.
Per quanto riguarda i motocicli invece, si parte dai 16 anni con la patente A1. Questa concede una volta ottenuta di guidare motociclette con una cilindrata inferiore a 125 cm3, e una potenza erogata inferiore agli 11 kw. A 18 anni è poi possibile ottenere la patente A2, che permette di guidare le motociclette fino a 250 cm3 di cilindrata e 35 kw di potenza erogata.
Per completare il proprio percorso sulle moto ed avere accesso ad ogni modello sul mercato bisogna però aspettare i 24 anni di età, ed ottenere la patente A3. Con questa certificazione si può guidare qualsiasi motociclo. È anche possibile ottenerla a 20 anni, ma bisogna avere ottenuto la patente A2 da almeno due anni. Così, per completare il proprio percorso come centauro, possono volerci dieci anni, dai 14 del patentino ai 24 della patente A3.
Le novità del codice della strada
In passato ognuna di queste patenti, tranne il patentino come già specificato, richiedeva due esami, uno teorico e uno pratico. Lo stato, esattamente come per le automobili, richiedeva la prova della conoscenza delle regole del codice della strada e quella pratica, per dimostrare di saper effettivamente condurre mezzi del genere.
Un sistema magari sicuro ma estremamente lento, e anche ridondante per delle certificazioni che possono essere ottenute anche a distanza di due anni. Così nella nuova riforma del codice della strada il ministero dei trasporti ha inserito un nuovo regolamento per snellire questo processo. Già nel 2013 era stato eliminato l’esame teorico tra A1 e A2, ora però viene abolito anche quello.
In questo modo, senza più barriere, il passaggio di patente A in patente A diventa quasi automatico. Un aiuto a tutti coloro che con l’età vogliono cambiare moto, e che dovranno ora soltanto dimostrare di essere idonei alla guida per completare il proprio percorso con la patente A, fino a raggiungere la A3.