L’acqua frizzante, le bibite e la birra potrebbero sparire dagli scaffali dei supermercati per molto tempo. Senza anidride carbonica, infatti, le bollicine saranno un lontano ricordo.
Da diversi mesi cresca l’allerta per la mancanza di anidride carbonica. I disagi per i consumatori sono arrivati e coinvolgono sempre più prodotti.
La crisi energetica ha come effetto anche la carenza di anidride carbonica. Da qui la difficoltà di reperimento di acqua frizzante, birra e delle bevande gassate che tanto piacciono agli italiani. L’allerta è giunta in Italia e gli scaffali dei supermercati si svuoteranno, piano piano, fino a lasciare i consumatori a bocca asciutta. A comunicare lo stop temporaneo di produzione della birra è lo stabilimento di Biella Menabrea. Il blocco sottolinea la difficoltà di reperimento dell’anidride carbonica con i maggiori problemi riscontrati nelle grandi preparazioni industriali. Se le piccole imprese artigianali impiegano bollicine che derivano da processi di fermentazione naturali, le grandi industrie ricorrono al biossido di carbonio, sempre meno reperibile.
A sottolineare l’emergenza del settore Pietro di Pilato, consigliere di Unionbirrai e proprietario del birrificio Brewfist. La materia prima manca e le medie e grandi imprese ne risentono ampiamente. La quantità di anidride carbonica non è sufficiente a coprire l’intera domanda e l’assenza si fa sentire soprattutto nella versione liquida.
Ma i birrari non sono i soli a dover lottare contro la sparizione dei prodotti nei supermercati. Senza anidride carbonica sparirà lentamente anche l’acqua gassata. Già nel mese di luglio l’azienda Acqua Sant’Anna ha comunicato l’interruzione della produzione dei prodotti frizzanti e si tratta del maggior produttore europeo di acque oligominerali. Le settimane sono passate e la situazione non è migliorata. In diversi supermercati di alcune grandi città come Torino le confezioni di acqua frizzante non si trovano più perché i fornitori non hanno consegnato la merce.
Oltre alla birra e all’acqua frizzante sono a rischio le bibite gassate. Alcuni stabilimenti, come Coca-Cola Hbc Italia, hanno optato per l’autoproduzione di C02 ma tanti altri sono pronti al blocco della produzione. Gli amanti dello spritz devono, dunque, temere il peggio dato che la ricetta originale prevede l’utilizzo di prosecco, soda o selz e Aperol? In fondo, come si può spruzzare la soda se manca l’anidride carbonica? Ebbene almeno su questo punto la preoccupazione deve essere minima. I bartender italiani si stanno ingegnando per trovare valide alternative per portare a termine la preparazione dello spritz e continuare, così, a servirlo come protagonista dell’aperitivo.
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