Il 12 settembre 2022, l’INPS pubblica la comunicazione numero 3350. All’interno, aggiornamenti sui sussidi per l’invalidità, molti dei quali saranno revocati se non messi in regola.
Tutti i destinatari del sussidio farebbero bene a leggere la comunicazione pubblicata dall’INPS sul relativo sito. L’istituto sta effettuando delle verifiche, che potrebbero portare la sospensione o la revoca della pensione ad alcuni beneficiari. Per evitare che ciò accada, indichiamo qui sotto come muoversi per mettersi in regola.
Secondo la legge, oltre ai limiti reddituali, il sussidio è destinato a chiunque presenti un’incapacità lavorativa tra il 74% e il 99%. Se la percentuale dovesse essere del 100%, oltre alla pensione, è prevista un’indennità di accompagnamento.
Naturalmente, l’incapacità dev’essere certificata da un verbale effettuato da una Commissione medico legale. Mentre l’INPS si assicurerà che l’interessato non superi le soglie di reddito stabilite dalla Legge. Per l’anno 2021 il limite di reddito personale annuo è pari a 4.931,29 euro, con un assegno con un importo di 287,09 euro, che può essere aumentato in particolari condizioni.
Per l’ottenimento dell’invalidità civile quindi, l’interessato deve comunicare la propria situazione reddituale, pena la sospensione dell’assegno. Ecco come evitare che ciò accada.
Le verifiche che l’INPS sta portando avanti partono dall’anno 2018. Quindi coloro che da quell’anno non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, farebbero bene a mettersi in regola inviando il modello RED all’INPS. Il modello RED è una dichiarazione che vale come sostituto del modello 730 o Unico. A inviarlo devono essere:
Per inviare il modello ci si può rivolgere al CAF, a uno dei Patronati o utilizzando il sito INPS, a cui si accede tramite identità digitale.
Chiunque si trovi in una situazione non regolare, riceverà un preavviso di sospensione dell’assegno, tramite raccomandata. Gli interessati avranno 60 giorni per mettersi in regola, inviando il modello secondo le modalità indicate sopra. Trascorsi i 60 giorni, l’INPS sospenderà la prestazione e ne invierà comunicazione sempre tramite raccomandata. Vengono quindi concessi altri 120 giorni per la regolarizzazione ma se di nuovo, l’interessato non dovesse comunicare i propri redditi, la prestazione verrà revocata.
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