Dopo le violente alluvioni nelle Marche, il panico si è diffuso nel resto dell’Italia, dove un quinto del territorio rischia di subire il medesimo fenomeno.
Nel giro di 7 ore sono cadute 400mm di acqua, una quantità che in genere registra in 4 mesi. Un’intensità tale da causare non solo danni al territorio ma anche dispersi, feriti e vittime. Dopo quanto avvenuto nella regione delle Marche, si diffonde per l’Italia il timore che questo possa ripetersi nelle prossime ore anche in altre zone. Cerchiamo di capire quali sono a rischio e come potersi proteggere in caso di pericolo.
Quello che è accaduto nelle Marche, può avvenire ovunque, questo perché la regione colpita aveva solo uno 0,1% di alto rischio alluvioni in più rispetto ad altre. Proprio per questo, nei giorni scorsi, la Protezione Civile ha dichiarato zona di allerta arancione per Basilicata, Calabria, Campania e Umbria. Ad oggi, la Calabria rimane quella più a rischio, o almeno il 17% del suo territorio. A seguirla vi è l’11,6% dell’Emilia Romagna e il 10% del Veneto. Infine, il 9,6% del Friuli Venezia Giulia.
Restringendo il campo dalle regioni alle città, quelle in cui forti alluvioni potrebbero arrivare sono Roma, Bari, Milano, Genova e Palermo.
A dover fare attenzione sono anche le zone situate in prossimità di fiumi, in quanto, come avvenuto nelle Marche, questi potrebbero straripare a causa delle importanti piogge. A lasciare sgomenti i cittadini italiani sono stati proprio i video e le foto delle vittime, che tentando di scappare sono state travolte dalla furia del fiume.
In totale, si stima che quasi un quinto del territorio nazionale risulta a rischio, territorio in cui vivono 2,5 milioni di persone. Proprio per questo, la Protezione Civile ha inserito altre 12 regioni in allerta gialla, con un pericolo inferiore a quella arancione, ma comunque temibile, per via delle forti correnti fredde in soffiata.
La triste ragione dietro a questi eventi è una sola, ossia il cambiamento climatico di cui tutti sentiamo ormai parlare. Gli esperti ci avvisano del fatto che fino a novembre il fenomeno avvenuto nelle Marche potrebbe ripetersi altrove. I problemi non terminano però a novembre, in quanto il danno causato alla terra dallo stesso uomo, porterà ripercussioni sempre più aspre nei prossimi anni.
Estati sempre calde, piogge sempre più rare, che quando ci saranno, si faranno sentire nel peggiore dei modi, come già avvenuto. A dimostrazione di una situazione sempre più in caduta, sono stati registrati 187 fenomeni avversi nel 2021 e 132 nel 2022, fino al mese di luglio. Tra questi, quello avvenuto nelle Marche, chiamato dissesto idrogeologico, che assieme al rischio vulcanico e sismico rappresenta uno dei maggiori pericoli sulla nostra vita. Inondazioni, frane o sprofondamenti sono tutti eventi catastrofici appartenenti al rischio idrogeologico che i cittadini temono si verifichi ancora.
La Protezione Civile fornisce alcuni consigli in tal senso, che vediamo di seguito.
Mantenersi sempre informati circa i rischi di alluvione nelle proprie zone, di modo da non farsi trovare impreparati. Se si ha la possibilità, informare anche parenti e amici sul suo arrivo, così che anche loro possano agire in tempo e prendere tutte le necessarie cautele.
Se si è in un luogo chiuso nel momento in cui il fenomeno ha inizio, rimanerci e salire ai piani superiori. Chiudere poi il gas e l’impianto elettrico, non bere l’acqua del rubinetto, in quanto è a rischio contaminazione. A meno che non vi sia una reale necessità, non utilizzare il telefono, così da lasciare le linee libere per i soccorritori e chi ha bisogno di aiuto.
Se sfortunatamente ci si trova all’esterno, in un luogo aperto, quando il fenomeno ha inizio, è consigliabile trovare una zona sopraelevata dove l’acqua non arriva. Evitare buche, tombini, pendii che potrebbero franare, ponti, sottopassi. Non rifugiarsi in auto poiché si rischierebbe di rimanere chiusi all’interno.
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