Medvedev, fedelissimo di Putin, ha recentemente minacciato l’occidente, avvisando che il Cremlino potrebbe decidere di usare armi nucleari nel conflitto ucraino. Ma c’è davvero la possibilità di una guerra atomica? In breve, no, ma ci sono scenari intermedi che vale la pena analizzare.
Nel remoto caso di guerra atomica l’Italia ha un piano preciso, ma ci sono diversi modi di usare le armi nucleari.
Esistono quindi possibili scenari diversi dall’apocalisse che solitamente si immagina quando si parla di guerra nucleare. Cosa può effettivamente fare Putin con l’enorme arsenale atomico russo? E cosa prevede la legge italiana in caso di scoppio di un’atomica, anche a centinaia di chilometri di distanza dal confine?
Putin e le minacce atomiche
Quando si sente parlare di minacce atomiche dalla Russia di solito vengono dalla bocca di Medvedev. Fedelissimo di Putin e voce della propaganda del Cremlino, ricopre il ruolo di vicepresidente del Consiglio di sicurezza, un organo di consiglieri del presidente Putin, capeggiato proprio dal leader della Russia.
Fono ad ora nessuna intelligence mondiale ha ritenuto queste minacce fondate. Si tratta più di propaganda, diretta all’estero come all’interno della Russia, per ricordare che il paese è ancora una potenza atomica. Anche se decidesse di ricorrere alle armi nucleari però, difficilmente la Russia utilizzerebbe bombe ad alto potenziale.
Fino ad ora l’unico utilizzo di arsenale atomico ritenuto possibile, anche se improbabile, è quello delle armi tattiche. Le armi nucleari tattiche sono ordigni atomici a basso potenziale, che non creerebbero danni su scale enormi ma rimarrebbero contenuti ad una zona ristretta. Queste armi non sono mai state utilizzate in nessuna guerra, e non è chiaro quale sarebbe la reazione delle altre potenze nucleari se la Russia decidesse di utilizzarle.
Il piano dell’Italia
In caso di scoppio di un ordigno nucleare il nostro paese ha un piano preciso di tutela della popolazione. Non essendo una potenza nucleare, l’Italia non farà comunque parte dell’eventuale decisione di rispondere ad un attacco nucleare con armi atomiche. Lo stato di potenza militare denuclearizzata risale agli accordi di pace seguiti alla sconfitta del nostro paese nella seconda guerra mondiale.
In caso di esplosione o comunque di rischio nucleare che coinvolga il nostro paese, la prima mossa dello stato sarebbe la distribuzione di pillole di iodio alla popolazione. Questo perché lo iodio radioattivo è una delle prime sostanze cancerogene prodotte da un’esplosione atomica. La tiroide, l’organo preposto allo smaltimento dello iodio assorbito dal nostro corpo, si riempirebbe di molecole radioattive e svilupperebbe mutazioni cancerogene.
Assumendo regolarmente iodio non radioattivo, la tiroide è continuamente impegnata nella lavorazione di quella molecola, e il corpo semplicemente si libera dello iodio radioattivo senza che questo crei danni all’organismo. L’altra misura sarebbe un lockdown di tutta la popolazione, il divieto di utilizzo dei sistemi di condizionamento e quello di mangiare frutta e verdura.
Infine potrebbe arrivare l’ordine di rifugiarsi nei bunker antiaerei. Pur avendo smantellato il grosso dei sistemi di difesa antiaerea dopo il secondo conflitto mondiale, esistono ancora alcuni rifugi nelle città principali.